acclimazióne

sf. [da acclimare]. Insieme delle modificazioni fisiologiche e morfologiche che rendono un individuo capace di sopportare climi diversi da quello dell'ambiente in cui era prima vissuto (sinonimi abituamento, acclimatazione). L'acclimazione è dovuta soprattutto a temperatura, umidità, pressione atmosferica e idrostatica, quest'ultima in relazione alla pressione parziale dell'ossigeno. L'acclimazione si rivela inizialmente con una continua diminuzione dell'eccitabilità dei tessuti, seguita poi da un più lento processo di modificazioni fisiologiche, in particolare dei ritmi della circolazione, della respirazione, dell'escrezione. In genere l'acclimazione è più facile per gli animali, più difficile per le piante, legate al suolo e il cui ritmo fisiologico è più stabile; inoltre le modalità e l'intensità dell'acclimazione variano sia per gli individui di una stessa specie sia per le diverse specie. Le specie capaci di assuefarsi rapidamente a condizioni climatiche e ambientali molto diverse vengono dette specie euricore; queste sono in grado di occupare estensioni assai vaste della superficie terrestre e pertanto sono chiamate anche specie cosmopolite; quelle che presentano difficoltà ad acclimarsi, e quindi hanno diffusione geografica più limitata, sono dette specie stenocore. La maggior parte degli animali domestici appartiene a specie euricore; tra queste rientra anche l'uomo che, grazie alla particolare reattività del suo sistema nervoso e alla propria intelligenza, è in grado di acclimarsi rapidamente. L'uomo, infatti, oltre alle modificazioni fisiologiche più sopra accennate, può far ricorso a mezzi protettivi quali gli indumenti, il riscaldamento, la refrigerazione, le modificazioni dell'abitazione. Si può dire che non esiste punto della superficie terrestre in cui l'uomo non abbia imparato a vivere. La tecnica moderna ha perfino permesso all'uomo di acclimarsi a condizioni di pressione e di gravità che non esistono sulla superficie terrestre: ne sono esempio la permanenza in batiscafi a grandi profondità e, soprattutto, i viaggi nello spazio extraterrestre. La durata del periodo di acclimazione varia da individuo a individuo e dipende anche dall'età del soggetto; inoltre influiscono sia lo stato del sistema nervoso sia la maggiore o minore disposizione psicologica ad accettare il nuovo ambiente. Tra le più note modificazioni ambientali vi è l'abbronzatura della pelle nell'acclimazione a forti insolazioni, e la poliglobulia, nell'acclimazione ad altitudini elevate (in genere superiori ai 3000 m). In quest'ultimo caso l'acclimazione finisce per causare un aumento della portata sanguigna, della ventilazione polmonare e, soprattutto, un aumento dell'emoglobina (poliglobulia compensatoria). Tra gli effetti patologici, caratteristici il male di montagna e la malattia dei cassoni. § In botanica, adattamento di una specie perenne a vivere in ambienti naturali diversi da quelli di origine. L'acclimazione può essere favorita dall'uomo con il ricorso a selezioni genetiche operate inizialmente su individui della specie che presentano caratteristiche di migliore resistenza al nuovo ambiente.

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