alisèi

sm. pl. [sec. XVIII; dal francese alizés]. Venti regolari e costanti che spirano dalle regioni tropicali di alta pressione verso la fascia equatoriale di bassa pressione, con direzione NE-SW nell'emisfero boreale e direzione SE-NW nell'emisfero australe. Le due fasce degli alisei, separate dalla zona delle calme equatoriali, hanno un'oscillazione annua in latitudine di ca. 5º e vengono delimitate a N e a S dalle zone delle calme tropicali. La velocità media degli alisei è di ca. 5 m/s con variazioni stagionali e con punte massime nell'emisfero australe. Gli alisei sono più regolari sugli oceani che sulla terraferma, dove subiscono variazioni di velocità e di direzione per particolari situazioni termiche e bariche o per la stessa topografia del rilievo. Secondo la teoria classica (vedi circolazione), questi venti sono provocati da masse d'aria richiamate verso la zona ciclonica equatoriale (che si instaura per il forte riscaldamento locale) dalla zona anticiclonica tropicale. Tali correnti provenienti da N e S e deviate per effetto della rotazione terrestre (legge di Ferrel) generano in quota, al di sopra dei 3000 m, dei flussi d'aria che si muovono in senso contrario (controalisei) in modo da formare un grande sistema di conversione termica. Gli alisei ebbero grande importanza per la navigazione a vela sugli oceani tanto da essere chiamati un tempo venti del commercio, termine ancor oggi in uso nella lingua inglese (trade winds). Questi venti furono descritti e cartografati per la prima volta dall'astronomo E. Halley nella seconda metà del sec. XVII. Si usa anche come agg. pl.: venti alisei.

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