Halley, Edmund

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astronomo inglese (Haggerston, Londra, 1656-Greenwich 1742). Iniziò la sua attività compiendo nell'isola di Sant'Elena osservazioni di stelle australi, destinate a completare il catalogo di Tycho Brahe. Osservò 24 comete, fra cui quella che porta il suo nome (1682) e ne dedusse l'orbita e la periodicità. Nel 1718 scoperse l'esistenza del moto proprio delle stelle, confrontando le proprie osservazioni con quelle di Ipparco e propose un metodo per determinare la parallasse solare sulla base delle osservazioni dei passaggi di Venere sul Sole. Nel 1720 succedette a Flamsteed nella carica di astronomo reale presso l'osservatorio di Greenwich e si dedicò per 18 anni a continuate osservazioni lunari, giungendo a determinare l'accelerazione della Luna.

È la più spettacolare cometa visibile a occhio nudo. Ha un periodo di ca. 76 anni e ha compiuto numerose apparizioni, tra le quali quella del 1682, anno della scoperta da parte di Halley e dell'identificazione con precedenti comete, quella del 1910 (in cui passò assai vicino alla Terra) e quella, molto meno visibile dal nostro pianeta, dell'inverno 1985-primavera 1986. In occasione di quest'ultimo ritorno (il trentesimo osservato) la cometa è stata esaminata per la prima volta nello spazio da sei sonde automatiche: le due Vega sovietiche, le due giapponesi Suisei e Sakigake, la statunitense ICE, l'europea Giotto. Il nucleo cometario è risultato consistente in un corpo irregolare, di forma allungata (13 km di lunghezza e 6×3 km di sezione), fortemente scabro e craterizzato, dotato di assai scarso potere riflettente e di una densità compresa fra 0,1 e 0,2 quella dell'acqua. Rotea, in modo complesso, con un doppio periodo di 7,4 e 2,2 giorni. Inoltre l'esame della natura chimica ha confermato la teoria della “palla di neve sporca” avanzata a suo tempo da Whipple: un agglomerato poco coerente di scorie carboniose cementate da ghiaccio d'acqua, dal quale il calore solare suscita intensa emissione di gas, polveri e vapori, contenenti, in varia proporzione, silicio, ossigeno, carbonio, azoto, idrogeno. Il prossimo ritorno della celebre cometa si verificherà nel 2061, con il transito al perielio previsto per il 29 luglio "Per approfondire vedi Gedea Astronomia vol. 1 p 103; vol. 3 pp 278-280" "Per approfondire vedi Gedea Astronomia vol. 1 p 103; vol. 3 pp 278-280" .

A. Pannekoek, A History of Astronomy, Londra, 1961; A. Armitage, Edmond Halley, Londra, 1966; C. A. Böhm, Le chiavi del Cosmo, Padova, 1989.

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