alpicoltura

sf. [da alpe+coltura]. Ramo dell'agricoltura che riguarda l'utilizzazione e lo sfruttamento delle zone montane, in funzione della possibilità di pascolo per bovini, ovini, caprini ed equini. Si differenzia in alpicoltura alpina e in alpicoltura prealpina; entrambe studiano i pascoli naturali e i prati-pascoli estivi della zona montana superiore e inferiore delle Alpi e riguardano soprattutto i bovini, e in alpicoltura appenninica, interessante specialmente ovini e caprini. L'importanza dell'alpicoltura è dovuta al fatto che circa la metà della superficie foraggera italiana si trova in zone montagnose. Il bestiame transumante portato alle alpi, o malghe, proviene dalle aziende agricole di pianura talvolta lontanissime e rimane sui monti dai due ai tre mesi. I metodi usati nelle alpi sono rimasti primitivi sino alla fine dell'Ottocento, quando vennero istituite le prime aziende sperimentali in zone montane delle Alpi svizzere, austriache e italiane.

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