ametista

(ant. amatista), sf. (ant. anche ametisto e amatisto, sm.) [sec. XIV; dal greco améthystos, che non ubriaca, perché la si riteneva un rimedio contro l'ubriachezza]. Minerale, varietà del quarzo di colore violetto, con sfumature leggermente rossastre, utilizzato come gemma. Il colore sembra dovuto alla presenza di tracce di manganese o di ferro, oppure a radiazioni. Per riscaldamento il minerale si schiarisce per assumere, una volta raffreddato, un colore giallo-bruno: si ottiene con tale procedimento l'ametista bruciata (o falso topazio). Si rinviene in geodi entro cavità di rocce vulcaniche, nella ganga di giacimenti metalliferi e in vene di origine idrotermale. I giacimenti più noti sono quelli del Brasile (Stati di Bahia, Minas Gerais, Rio Grande do Sul) e del Madagascar; in Italia, begli esemplari provengono dalla val di Fassa (Trento), dall'Alpe di Siusi (Bolzano) e da Traversella (Torino). § Sin dall'antichità era tagliata per ricavarne gemme e sigilli, poiché a essa si attribuiva la capacità di conferire poteri particolari a chi la portava: per esempio si credeva che stimolasse l'intelligenza e rendesse invulnerabili in battaglia e soprattutto che servisse per la prevenzione dell'ubriachezza. Esempi notevoli (coppe, scatole, ecc.) ricavati da blocchi di ametista lavorata sono conservati al Museo degli Argenti a Firenze; fra questi, la coppa medicea, con montatura in argento dorato, del sec. XV.

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