Lessico

sf. [sec. XVI; dal latino ansa].

1) Manico ricurvo di un recipiente, di un vaso o di un bicchiere: “un pigiatoio a quattro anse” (Deledda). Fig., appiglio, occasione, pretesto: dare ansa al malcontento popolare.

2) Per estensione, rientranza o sporgenza a forma di curva. In partic.: A) Sinuosità formata da un fiume in corrispondenza di un meandro: le anse dell'Adige. B) Insenatura marina: “sul mar che romba nelle anse di Caprera” (D'Annunzio). C) In anatomia, curva o piegatura presentata da una formazione anatomica (segmento di un organo, canale, nervo, vaso, ecc.): anse intestinali, le inflessioni e le ripiegature presentate dai vari segmenti dell'intestino tenue; anse di Henle, segmenti ricurvi dei tubuli renali; ansa dell'ipoglosso, anastomosi tra il ramo discendente dell'ipoglosso e il ramo discendente interno del plesso cervicale. D) In batteriologia, filo di platino foggiato ad arco, posto all'estremità di una bacchetta di vetro, usato per il trasporto di materiale batterico.

Preistoria

Nella ceramica preistorica la forma delle anse costituisce spesso un elemento di notevole sussidio per la determinazione delle culture cui appartengono i recipienti: tipiche per esempio possono dirsi le anse cornute della cultura terramaricola, quelle con sopraelevazione a protome animale della cultura appenninica, quelle a rocchetto, o a flauto di Pan, di talune culture neolitiche.

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