apèrto

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agg. [sec. XIII; pp. di aprire].

1) Che costituisce un varco, uno spazio vuoto (provocato per lo più dal distacco di due elementi prima congiunti) all'interno di un corpo continuo; non chiuso, disserrato, spalancato: tenere la porta aperta; ferita aperta, i cui labbri sono separati; spesso fig.: restare a bocca aperta, stupito, sbalordito; tenere gli occhi aperti, fare attenzione, vigilare; sognare a occhi aperti, astrarsi dalla realtà. In senso estens.: A) Disteso, spiegato: volare ad ali aperte; libro aperto, con le facciate della copertina disposte sullo stesso piano; fiori aperti, sbocciati; fig.: accogliere a braccia aperte, con calore, con gioia. B) Iniziato e non ancora concluso, in corso, in discussione: il concorso resta aperto per un mese; problema aperto, non risolto; conto aperto, non liquidato. Di attività, specialmente commerciali, in funzione, in esercizio: il supermercato non è ancora aperto. Riferito a un'opera creativa, che non intende presentare un risultato compiuto, ma proporre una materia suscettibile di successive elaborazioni con il contributo determinante del pubblico destinatario. Per operazioni sul mercato aperto, vedi mercato.

2) Privo di limiti; libero; esteso, spazioso: aria aperta; cielo aperto, non limitato, alla vista; pianura aperta, non circondata da alture; aperta campagna, lontana dai centri abitati; mare aperto, alto mare; combattere in campo aperto, in battaglia campale. Anche con valore di sm., spazio terrestre o aereo che presenta tali caratteristiche: vivere all'aperto. Per estensione, accessibile; comodo: “una scala... agevole ed aperta” (Dante).

3) In senso fig.: A) manifesto, palese, chiaro, esplicito, dichiarato: pensiero, significato aperto; “espressione d'aperta lascivia” (D'Annunzio); lettera aperta, resa nota a tutti con la pubblicazione. Anche con valore di avv.: parlare aperto, chiaramente, senza sotterfugi. B) Franco, schietto; sincero, leale: un uomo aperto; a cuore aperto, schiettamente; a viso aperto, lealmente, senza ipocrisie. C) Sveglio, sensibile, di larghe vedute: ingegno aperto; persona aperta a tutte le idee.

4) In linguistica, si dice in particolare delle vocali che vengono articolate con una maggiore apertura. In senso assoluto la vocale a è la vocale maggiormente aperta. In senso relativo si dice anche di una vocale più aperta rispetto a un'altra, per esempio, la e aperta di bello rispetto alla e chiusa di fede. Riferito alla sillaba il termine indica quella terminante per vocale, in opposizione alla sillaba terminante con una consonante, detta chiusa: per esempio è aperta la prima sillaba di pane, chiusa la prima sillaba di parto.

5) Nel gergo musicale, il termine, contrapposto a chiuso, si riferisce, per le voci, a un tipo di emissione del suono chiaro e squillante; per alcuni strumenti a fiato, come il corno e la tromba, si dice suono aperto quello ottenuto a padiglione libero (chiuso, quello ottenuto occludendo il padiglione con la mano).

6) In geometria, curva aperta, curva nella quale è impossibile tornare al punto di partenza, percorrendola sempre nello stesso verso; superficie aperta è una superficie limitata da un bordo.

7) In elettrotecnica, circuito aperto, circuito che è stato interrotto al fine di impedire la circolazione di corrente in esso.

8) In topologia, si dice insieme aperto un insieme della retta, del piano, dello spazio metrico ordinario, ogni punto del quale sia interno; cioè, un insieme si dice aperto se ogni suo punto A possiede un intorno circolare, tutto nell'insieme, avente per centro quel punto. Dato che un intorno circolare è l'insieme dei punti che distano da A meno di un dato R positivo, è aperto un intervallo senza estremi, un cerchio senza circonferenza, un solido sferico senza superficie sferica, nei casi rispettivi della retta, del piano, dello spazio. Alcune proprietà formali degli insiemi aperti di uno spazio metrico ordinario divengono gli assiomi (assiomi degli aperti) che servono a definire uno spazio topologico.

9) In topografia, poligonale aperta, contrapposta a quella chiusa, è una poligonale che ha il primo vertice detto origine non coincidente con l'ultimo.