ci (particella pronominale e avverbio)

particella pron. e avv. [sec. XIII; prob. latino ecce hic, ecco qui]. In ambedue i valori la particella è sempre atona e per lo più proclitica; diventa enclitica se si unisce all'avv. ecco (eccoci) e ai modi verbali dell'infinito (che subisce troncamento: crederci, parlarci), del gerundio (aiutandoci), del participio (dettoci) e dell'imperativo (pensaci); unita a forme verbali tronche o monosillabe presenta rafforzamento sintattico: dicci, facci. Insieme con altri pronomi, si antepone a si, se, ne e si pospone a mi, ti, gli. Davanti a lo, la, le, li ne acquista la forma ce. A) Particella pron.: può sostituire il pron. personale noi nel compl. oggetto e nel compl. di termine: ci vide, vide noi; ci ha scritto, ha scritto a noi. È d'obbligo nella coniugazione della forma rifl. e rec., sia per la 1a pers. pl. (ci laviamo, c'incontriamo), sia per l'uso impers. indefinito (di questo ci si pentirà). Nell'uso familiare riferito anche alla 3a pers. sing. o pl. con il senso di “con lui, con lei, con loro”: appena l'ha conosciuta, ha cominciato a uscirci insieme; impr. per “gli”: ci ha detto, parlaci tu, ecc. B) Con valore di pron. dimostrativo, equivale a ciò preceduto da prep.: ci ho piacere, ho piacere di ciò; non ci penso, non penso a ciò; contaci, conta su ciò; non puoi ricavarci nulla, non puoi ricavare nulla da ciò; non ci posso far niente, in ciò non posso far niente. Anche pleonastico: in questo problema non ci capisco un gran che. C) Come avv. locativo, in questo luogo, in quel luogo, qui, là, con verbi di stato e di moto: ci vivo bene, ci andrò domani; spesso unito al verbo essere con il senso di esistere, trovarsi: ci sono molte razze di cani; in ufficio non c'era; non c'è modo di convincerlo. Anche per questo, per quel luogo: non ci puoi passare tu?; meno comune da questo, da quel luogo: è impossibile uscirci (più corretto uscirne). Freq. pleonastico: “Ne' tumulti i galantuomini non ci stanno bene” (Manzoni); “per la gola non ci andava giù il cibo” (Panzini). Con valore generico in particolari loc. verbali: ci vuole, occorre, serve; ci corre, c'è una gran differenza; starci, essere o dichiararsi d'accordo, accettare; con valore pleonastico: ci vedo, ci sento bene; in questa funzione spesso unito al verbo avere (vedi avere (verbo) nel senso 4).

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