archibùgio

(meno comune archibùsio), sm. [sec. XV; dall'olandese haakbus, canna con l'uncino, tramite l'ant. francese hacquebusche]. Arma da fuoco portatile ideata verso il 1460 per uso militare. Si differenzia dal cannone a mano usato precedentemente per l'introduzione del sistema di sparo a serpentina, costituito da un ferro a forma di S imperniato al centro e supportante in alto l'estremità accesa della miccia. Traendo la parte inferiore della S si portava in contatto la testa della miccia con la polvere contenuta nello scodellino comunicante, attraverso il focone, con la carica di lancio e si provocava così la partenza del colpo. In origine l'archibugio era provvisto di una calciatura atta a essere appoggiata al petto, detta alla francese, mentre successivamente fu adottato il calcio a spalla, detto alla spagnola, che meglio si prestava ad assorbire un forte rinculo. Nella seconda metà del sec. XVI, l'archibugio fu sostituito nell'uso militare dal moschetto e dal caliver, rimanendo così un'arma civile. Nell'uso comune rimase però molta confusione per cui i termini archibugio, moschetto, caliver e schioppo sono stati spesso usati indifferentemente come sinonimi. L'archibugio, come tutte le armi da fuoco portatili, fu successivamente equipaggiato con batterie a ruota, a micheletto e a pietra focaia, prendendo infine il nome di focile.

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