arco (arma)

Indice

Definizione

Arma costituita da un elemento sottile, robusto e flessibile piegato a forma di semicerchio, le cui estremità sono collegate da una corda che viene prima messa in tensione e poi rilasciata di scatto per scagliare frecce.

Storia

"Per alcuni tipi di arco come arma vedi il lemma del 2° volume." Gli archi e le frecce più antichi, in legno di pino, sono datati tra 10.800 e 10.000 anni da oggi e sono stati rinvenuti nel sito ahrensburgiano di Stellmoor (Germania), dove una punta di freccia era ancora conficcata in una vertebra di renna "Per alcuni tipi di arco come arma vedi il disegno a pg. 369 del 2° volume." . In una torbiera di un sito della cultura mesolitica di Kunda (Europa del Nord), tra numerosi altri oggetti in legno, si sono conservati diversi archi e punte di freccia. Altri archi sono noti in Danimarca (tra il 7500 e il 6000 a. C.). Alcuni autori ritengono che particolari strumenti microlitici rinvenuti nei livelli gravettiani di Gmelino-Kostenki II in Russia (20.320±100 a. C.) e alcune punte di selce provenienti dai livelli solutreani di Parpalló in Spagna possano essere considerati elementi di punte di freccia che presuppongono l'uso dell'arco in epoca anteriore al Mesolitico. L'impiego dell'arco è anche attestato da varie pitture rupestri di epoca mesolitica, specialmente del Levante spagnolo, da analoghe manifestazioni artistiche africane oltre che dalle incisioni camune. Di grandi dimensioni erano gli archi usati nell'area asiatica nordorientale fin dal III millennio a. C.; questi ricordano gli archi dei Boscimani, la cui forma è rimasta pressoché invariata da millenni. L'arco fu inizialmente adoperato per la caccia e la pesca (pesca con l'arco) e solo molto più tardi venne usato per la guerra: ancor oggi alcuni gruppi etnici che adottano archi assai efficienti non li usano mai in battaglia (per esempio molte tribù bantu, etiopiche, indonesiane). In epoca classica, l'arco era solo un'arma sussidiaria nell'area mediterranea; in Asia, invece, dove fra l'altro si sono realizzati gli archi tecnicamente più efficienti (arco composto), esso dovette divenire ben presto una vera e propria arma. In Asia comparvero anche, in epoca imprecisata, l'arco per lancio di pallottole in pietra o in creta (arco ballottaio) e l'arco con supporto rigido (balestra). La balestra sostituì l'arco, nel periodo medievale, in tutti i Paesi europei esclusa l'Inghilterra dove, a partire dal 1200, si diffuse l'uso di un particolare tipo di arco, detto arco lungo. Quest'arma, che richiedeva notevole forza e perizia, era costruita in legno di tasso e aveva un'altezza di poco superiore a quella dell'arciere; aveva un tiro di ca. 300 m e perforava qualsiasi corazza fino a una distanza di 80-100 m. L'arco, come arnese per la caccia, è noto in tutto il mondo: solo gli Australiani e i Tasmaniani non l'hanno mai adottato; per usi bellici è stato utilizzato da quasi tutti i popoli d'epoca protostorica e storica (che allo scopo disponevano di reparti addestrati al suo uso) e da molti gruppi etnici anche attuali. Ciò ha indotto alcuni etnologi (G.-A. Montandon, G. Schmidt e le loro scuole) a teorizzare un ciclo culturale (ciclo dell'arco da guerra o neomatriarcale), basato sull'uso dell'arco, l'agricoltura alla zappa, l'allevamento di animali da cortile, il matriarcato. § La forma, le tecniche costruttive, i materiali usati e le modalità di fissaggio della corda variano da regione a regione e, spesso, da gruppo a gruppo etnico; tuttavia gli archi si possono raggruppare in due tipi fondamentali: semplice e composto. L'arco semplice ha l'asta in legno che presenta una curva convessa ed estremità affilate; la sua sezione è quasi sempre circolare. Le aree di massima diffusione sono l'Africa centromeridionale, il Madagascar, l'Asia insulare, l'India meridionale. Una variante, diffusa nell'Africa centrale e occidentale, in Amazzonia, in Melanesia e in Nuova Guinea, è l'arco semplice con sezione appiattita e curvatura meno pronunciata. Nell'arco composto, l'asta è formata da elementi spesso diversi (legno, osso, metallo) sovrapposti e legati insieme; spesso la sua curvatura è negativa, nel senso che è volta in direzione opposta a quella di flessione, per cui la corda tesa gli fa assumere una doppia curvatura a S (da cui il nome di arco riflesso). La sua area di diffusione, originariamente limitata alla sola Asia, giunge fino all'Europa e all'Africa settentrionale e orientale e all'America Settentrionale. Varianti sono l'arco semiriflesso (tipico delle isole Andamane e delle Nuove Ebridi) e l'arco a inflessione centrale (tipico della Somalia), entrambi costruiti di norma con un solo materiale (legno). In ogni caso, la corda viene fabbricata con fibre vegetali o animali, singole o intrecciate; la lunghezza dell'arco varia da 50 cm a 3 m (gli archi composti sono, in genere, di misura media o piccola); l'attacco della corda è nella maggior parte dei casi frontale o laterale o a incastro. Non di rado gli archi sono incisi, dipinti o laccati (Giappone).

Etnologia

Arco del tuono, particolare tipo di arco semplice ornato di piume, con un'estremità munita di una punta di lancia, che presso gli Indiani della Prateria era il simbolo dei guerrieri votati al celibato, ai quali si richiedevano le più ardite imprese e la temerarietà in battaglia. L'arco del tuono non veniva mai usato ma serviva a registrare, con un segno sul legno, l'impresa compiuta; l'arco non doveva mai toccare terra altrimenti il guerriero avrebbe perso le proprie qualità e sarebbe venuto meno al proprio giuramento di celibato. Ciò ha indotto alcuni etnologi (E. A. Hoebel, K. Birket-Smith, ecc.) a interpretare l'arco del tuono come un simbolo sessuale.

Sport

L'arco è usato come attrezzo sportivo nelle gare di tiro e in un particolare tipo di caccia. L'arco sportivo misura tra m 1,65 e 1,80, pesa ca. un chilogrammo ed è costruito con legni compensati, laminati plastici e leghe metalliche; la corda è costituita da trefoli di fibre sintetiche. Per ridurre gli spostamenti dell'attrezzo durante il tiro, l'arco può essere munito di stabilizzatori. Altro accessorio comunemente usato è il mirino. Le frecce, in lega leggera, sono lunghe 70-78 cm e possono essere scagliate, a seconda della potenza dell'arco e la forza dell'arciere, a 250-300 m.

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