assurdo, teatro dell'-

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denominazione (derivata dal titolo di un saggio del critico inglese Martin Esslin, pubblicato nel 1961) con cui si definisce una corrente della letteratura drammatica contemporanea affermatasi sulle scene francesi negli anni Cinquanta. Di tale corrente, che raggruppò diversi scrittori, in parte di origine straniera, sono state date anche definizioni differenti: “teatro di protesta e di paradosso”, “teatro di nuova avanguardia”, ecc. In effetti il teatro dell'assurdo rimanda alle esperienze rivoluzionarie e molteplici dell'avanguardia novecentesca, ma la sua tematica ha suggerito anche riferimenti all'esistenzialismo e ad altre possibili ascendenze. Esso, assumendo sovente forme di “antiteatro”, si propose di denunciare l'assurdità della condizione umana, con un accento di irrisione, ora angoscioso e tragico, ora irriverente e grottesco. Da un lato si abbattevano le tradizionali strutture portanti dell'azione scenica, dall'altro veniva, per così dire, contestato un linguaggio ormai logoro ed era negata la possibilità stessa di comunicazione tra gli esseri umani, prigionieri del luogo comune, sarcasticamente stravolto, oppure ridotti a uno sterile monologare o addirittura all'afasia. Nel teatro dell'assurdo rientrano – con distinte fisionomie – E. Ionesco, S. Beckett, il primo A. Adamov, J. Genet e, tra gli epigoni, F. Arrabal. Fuori di Francia si sono mossi in direzione analoga vari autori, fra cui l'inglese H. Pinter.

M. Esslin, The Theatre of the Absurd, Garden City, 1961; L. Abel, Metatheatre, New York, 1963 (trad. it., Milano, 1965); M. Corvin, Le théâtre nouveau en France, Parigi, 1963; idem, Le théâtre nouveau à l'étranger, Parigi, 1964; G. E. Wellwarth, The Theatre of Protest and Paradox, Developments in the Avant-Garde Drama, New York, 1964.

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