atellana

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agg. e sf. [dal latino (fabula) atellana, (commedia) di Atella, città della Campania]. Tipo di commedia farsesca che ha come origine la farsa osca che fiorì in Campania prima del sec. IV a. C. Frutto dello spirito mordace e della comicità rozza dei contadini italici, l'atellana era una forma di spettacolo popolare e sboccato, affine alla commedia dell'arte, recitata da attori che la improvvisavano servendosi di canovacci (trica, da cui l'italiano intrigo) e di maschere fisse (Maccus, il ghiottone sciocco; Bucco, il fanfarone; Pappus, il vecchio stolido e lussurioso; Dossennus, il gobbo astuto). A Roma l'atellana ebbe grande e duraturo successo; dapprima presentata isolatamente, fu poi recitata alla fine di una rappresentazione drammatica. Al tempo di Silla assunse forma letteraria, con testo scritto, avvicinandosi peraltro alla commedia palliata, soprattutto per merito di Novio e di Lucio Pomponio. L'atellana decadde rapidamente nel sec. II d. C., quando tornò a prevalere il mimo.

P. Frassinetti, La favola atellana. Saggio sul teatro popolare latino, Genova, 1953; P. Frassinetti (a cura di), Fabularum Atellanarum fragmenta, Torino, 1955; A. De Lorenzi, Pulcinella. Ricerche sull'Atellana, Napoli, 1957.

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