baldacchino

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sm. [sec. XIII; da Baldacco, ant. adattamento di Baghdad].

1) Nome di un tessuto importato da Baghdad intorno al Mille e diffuso in Italia anche con i nomi di baldachinus e baldechino. Impreziosito da fili d'oro, già da qualche secolo veniva impiegato in Oriente con funzioni decorative. A partire dal Trecento il nome venne attribuito anche a un tessuto fabbricato in Occidente.

2) Elemento di origine orientale, diffuso in Occidente fin dall'epoca imperiale romana; costituito da un drappo retto da quattro aste che formano un'edicola, stabile o mobile, è posto generalmente su un trono, un seggio curiale o un letto e, nella decorazione ecclesiastica, a ornamento di altari ovvero è portato nelle processioni, per riparare il dignitario ecclesiastico o l'immagine sacra. Fin dall'alto Medioevo il baldacchino dell'altare venne sostituito da una struttura architettonica, generalmente in marmo, che ne ripete lo schema (vedi ciborio). In Francia il termine indicò, dal Rinascimento, solo una particolare sovrastruttura del letto (detto appunto lit à baldaquin), particolarmente fastosa in epoca barocca. § Il baldacchino è simbolo di particolare dignità sulle cattedre vescovili e nelle processioni. Può essere di legno, di marmo, di metallo ed è sorretto spesso da colonne e talvolta sormontato da una croce. L'esempio più antico è del sec. IX a Ravenna. Oggi il baldacchino è fisso o portatile: il primo sostituisce il ciborio e il diritto canonico raccomanda che sia posto sopra l'altare, dove si conserva il SS. Sacramento. In conclave tutti i cardinali hanno sopra il loro seggio il baldacchino, che però viene abbassato, a elezione avvenuta, a eccezione di quello del nuovo papa. Il baldacchino era noto anche presso gli Ebrei e veniva usato, sotto il nome di chuppah, nella cerimonia del matrimonio e, secondo il Talmūd, significava la spontanea entrata della sposa nello stato matrimoniale.

3) Fig. scherzoso: artista, scrittore, dottore di baldacchino, eccellente, valentissimo.