balivo

sm. [sec. XIII; dal latino baiŭlus, portatore, sul modello dell'ant. francese baillif, governatore]. Ufficiale posto dal re a capo di una circoscrizione (baliaggio) con ampi poteri amministrativi e giurisdizionali. Creati dal re di Francia Filippo Augusto fra il 1180 e il 1190, i balivi si dividevano in grandi balivi e balivi ordinari: i primi avevano il potere di convocare e organizzare le milizie, di controllare l'amministrazione dei grandi feudatari, di amministrare i proventi regi e di esercitare l'alta giurisdizione; i secondi esercitavano la giurisdizione sui sudditi non nobili. I loro poteri diminuirono a iniziare dal sec. XIV e con Francesco I (1494-1547) si vanificarono in un titolo onorifico. L'istituzione fiorì anche in Germania, in Svizzera, nel ducato di Savoia e nel regno normanno di Sicilia: nella Savoia i balivi presiedevano agli armamenti, comandavano i presidi militari delle province, vigilavano sui castellani e amministravano la giustizia. In Sicilia le attribuzioni dei balivi si riducevano invece alla bassa giurisdizione. A Malta i balivi conventuali risiedevano nell'isola e coadiuvavano il Gran Maestro nell'esercizio del potere con voto deliberante, mentre i balivi capitolari governavano le province dell'ordine sparse in Europa. Oggi il titolo di balivo ha solo un valore onorifico.

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