Descrizione generale

sm. [sec. XVII; dal latino basaltēs, rocce nere etiopiche, trascrizione erronea del greco basanítēs]. Roccia effusiva caratterizzata dall'associazione di un plagioclasio calcico-sodico (labradorite o bytownite) e di un pirosseno rombico o monoclino. Questa definizione mineralogica ha sostituito quella chimica che indicava come basalti le rocce effusive con una percentuale di SiO₂ inferiore al 52%. I basalti, che sono corrispondenti effusivi dei gabbri, hanno colore scuro, quasi nero, ma per alterazione possono assumere colorazioni tendenti al rosso o al verde scuri. Il plagioclasio è presente sotto forma sia di fenocristalli sia di microliti immersi nella pasta di fondo. Il pirosseno può appartenere a un termine della serie enstatite-iperstene, ma più frequentemente è un'augite o una pigeonite. Tra i minerali accessori sono frequenti l'orneblenda, la biotite, l'apatite, la magnetite titanifera e l'ilmenite. La pasta di fondo può essere cristallina con struttura ofitica o intersertale, oppure vetrosa: tanto minore è la quantità della componente vetrosa, tanto maggiore è la percentuale in SiO₂ nella sua composizione chimica. Un minerale che può entrare nella composizione dei basalti è l'olivina: la sua presenza o meno fa classificare queste rocce in basalti olivinici e basalti tholeiitici. Quando l'olivina arriva a costituire sino al 50% della massa della roccia, il basalto è detto picritico. La differente composizione mineralogica dei due tipi di basalto sembra dovuta a una differente composizione chimica dei magmi dai quali si sono originati: quelli olivinici deriverebbero da magmi più poveri in silice. Molti studiosi sono portati tuttavia a ritenere che i due gruppi di basalto possano essere derivati da uno stesso magma che abbia subito nel corso della solidificazione una differenziazione chimica. Caratteristica delle rocce basaltiche è la fessurazione colonnare, dovuta alla contrazione per raffreddamento durante il consolidamento.

Aree di diffusione

I basalti costituiscono il tipo litologico effusivo maggiormente diffuso sulla Terra : in linea generale, ma non assoluta, si nota una predominanza di basalti olivinici nelle zone oceaniche e di basalti tholeiitici nelle regioni continentali. La giacitura dei basalti è sempre in grossi espandimenti e colate; in ambiente sottomarino danno luogo a pillow lava e a ialoclastiti. I basalti formano il basamento della maggior parte dei fondi oceanici, mentre in ambiente continentale formano strutture tabulari, note come plateau; costituiscono, inoltre, edifici vulcanici sempre di notevoli dimensioni e di modesta pendenza (vulcani a scudo), a causa dell'estrema fluidità della lava, colate di varie dimensioni, filoni, sill, ecc. Tipici plateaux basaltici sono quelli del Deccan (India), del Paranà (Brasile), del Columbia e dello Snake River (USA). In Italia le lave basaltiche sono abbastanza diffuse nell'area veneta (Lessini, Berici, monte Baldo) e, soprattutto, in Sicilia (Iblei ed Etna), in Sardegna (Montiferru) e nelle Isole Eolie. Basalto lunare, roccia che costituisce il fondo dei mari lunari.

I basalti lunari

I basalti lunari campionati dalle missioni Apollo hanno mostrato alcune differenze di chimismo con quelli terrestri. Innanzitutto sono anidri, cioè privi di acqua, e hanno quantità molto scarse di elementi a basso punto di ebollizione, come carbonio, cloro, azoto, piombo e zinco. Inoltre, sono più ricchi di elementi pesanti, come titanio, alluminio e zirconio. Sulla base della loro composizione chimica, i basalti lunari possono appartenere a due diverse famiglie, ricche o povere di titanio. Una ulteriore differenza tra basalti lunari e basalti terrestri si nota nell'età assoluta dei basalti più giovani. Mentre i basalti terrestri continuano a solidificarsi anche attualmente dalle lave emesse dalle dorsali medioceaniche, i basalti lunari più giovani presentano un'età di circa tre miliardi di anni.

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