blefarite

sf. [sec. XIX; da blefaro-+-ite]. Infiammazione del margine palpebrale che può estendersi alla cute, alla congiuntiva, ai follicoli, alle ghiandole ciliari e a quelle di Meibonio. Le blefariti hanno un'evoluzione subacuta o cronica, con resistenza ai trattamenti terapeutici e straordinaria tendenza alle recidive. Possono essere provocate da fattori costituzionali, allergici, endocrini, ambientali (polveri, fumo, calore), avitaminosi, infezione batterica, generalmente stafilococcica . Blefarite angolare, forma ulcerosa che colpisce la commissura mediale palpebrale o angolo palpebrale. Blefarite ciliare, la più frequente; colpisce i follicoli e le ghiandole, che secernono un essudato giallastro, ed è caratterizzata da arrossamento della mucosa e della cute. Blefarite eritematosa, è caratterizzata da lieve edema del bordo palpebrale e iperemia del bordo ciliare. Blefarite seborroica o blefarite squamosa può essere di natura allergica, o concomitante a seborrea del cuoio capelluto e dermatite seborroica del viso. È caratterizzata da squame biancastre furfuracee o giallastre e molli, facilmente staccabili dalle palpebre. Blefarite ulcerosa, provocata da infezione stafilococcica e caratterizzata da croste aderenti ai bordi palpebrali. Attacchi ripetuti di blefarite ulcerosa possono provocare la caduta parziale o totale delle ciglia e ulcerazioni della cornea. La terapia di tutte queste affezioni è in genere di natura medica, locale o generale, in rapporto alla loro eziologia e varia quindi caso per caso.

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