bottìglia

Indice

Lessico

sf. [sec. XVI; dal francese bouteille, risalente al latino tardo butticŭla, piccola botte].

1) Recipiente in vetro o plastica, di forma per lo più cilindrica col collo allungato, della capacità normale di ca. 3/4 di l, per contenere liquidi; per metonimia anche il contenuto della bottiglia: riempire, vuotare una bottiglia; bottiglia di liquore, di latte; s'è bevute due bottiglie da solo, di solito s'intende di vino; stappare una bottiglia del 1957, che contiene vino imbottigliato in quell'anno; vino da bottiglia, di qualità pregiata. Con valore di agg. inv. nella loc. verde bottiglia, gradazione scura di verde, come quella di alcune bottiglie da invecchiamento.

2) Recipiente analogo, ma anche di forma e materia diverse, usato nell'industria alimentare, in tecnica o in esperienze di laboratorio. In entrambi i sensi, per indicare recipienti di più ridotte dimensioni, è comune il dim. bottigliétta.

3) Bottiglia Molotov, bottiglia o recipiente di vetro contenente esplosivo composto artificialmente a base di benzina e prodotti chimici. Usata durante la guerra civile in Spagna (1936-39) e successivamente dai partigiani di diversi Paesi durante la seconda guerra mondiale, viene ancora impiegata nelle azioni di guerriglia.

4) Bottiglia doppia, contenitore di vetro formato dall'unione di due recipienti uguali e simmetricamente contrapposti, di piccole dimensioni, con colli curvi e sottili volti in direzioni opposte. Attualmente è di uso comune come contenitore di olio e aceto. Assume anche la denominazione di “bottiglia gemella” e quella curiosa di “suocera e nuora” (in Toscana).

5) In geofisica, zona equatoriale del campo magnetico terrestre nella quale l'intensità del campo magnetico sale lungo una linea di forza verso direzioni opposte (dall'equatore verso i due poli).

Cenni storici

L'uso della bottiglia dovette essere introdotto con l'invenzione della tecnica della soffiatura del vetro (sec. I d. C.), che permetteva la produzione di recipienti a pareti sottili e trasparenti, di dimensioni sufficientemente grandi. Assunse di volta in volta la denominazione di ampolla, fiola (muranese per fiala), flacone, ecc. Se ne conoscono diversi esemplari di epoca romana, collocabili fra il sec. I e il II; tra questi riveste notevole interesse la bottiglia a corpo sferico e collo sottile rinvenuta in Piemonte (Torino, Museo di Antichità). Sebbene la produzione di bottiglie continui per tutto il Medioevo (si ricordino i fioleri muranesi) e se ne conservino diversi esemplari di notevole interesse dei sec. XV e XVI (per esempio, al Victoria and Albert Museum di Londra) solo con il sec. XVII l'uso si fa comune, e soprattutto non più per la sola mescita dei liquidi, ma anche per la loro conservazione. In particolare in Inghilterra, sul finire del sec. XVII, si diffuse un tipo di bottiglia in vetro spesso di colore verde scuro (più adatto per la conservazione dei vini di quello trasparente incolore), e anche un tipo in vetro nero. Sempre in Inghilterra, nel sec. XVIII, si diffuse la produzione di bottiglia da mescita in cristallo sfaccettato e inciso. A Murano se ne produssero esemplari (sec. XVI-XVIII) di forme svariate, in paste vitree policrome e decorate. Della produzione muranese del sec. XVIII vanno ricordati gli esemplari in lattimo (Murano, Museo Vetrario) oltre a quelli in paste policrome e con decorazioni dipinte (Venezia, collezione Salviati-Camerino, ecc.). Con la metà del sec. XIX si iniziò la produzione industriale mediante colatura e pressatura in appositi stampi: il che rese estremamente diffuso nell'uso questo tipo di recipiente, particolarmente nella tipologia a corpo cilindrico e collo stretto piuttosto corto, talora innestato direttamente sul corpo cilindrico. La diffusione non impedì la ricerca di particolari risultati decorativi e di nuove forme, come si può vedere nei raffinatissimi esemplari in stile art nouveau di E. Gallé e L. Tiffany.

Fisica

Bottiglia di Leyda, il primo esempio di condensatore elettrico, la cui realizzazione è attribuita a P. van Musschenbroek (Leyda, 1745); è costituita da un recipiente di vetro le cui facce interna ed esterna sono rivestite con due lamine metalliche che costituiscono le armature del condensatore stesso. È ancora usata a fini didattici e, in taluni casi (bottiglie scomponibili), le armature metalliche possono essere separate dal vetro. Per mostrare il fenomeno della risonanza tra circuiti elettrici oscillanti si usano talvolta due bottiglie di Leyda in coppia (bottiglie sintoniche o bottiglia di Lodge). C₁ e C₂ sono le capacità delle due bottiglie; L₁ e L₂ sono le induttanze dei circuiti delle due bottiglie (un circuito chiuso equivale a una spira). L₂ può essere fatta variare muovendo il conduttore AB lungo il circuito. Se si carica la bottiglia C₁ con un generatore elettrostatico in modo da avere una carica tra le punte dello spinterometroS₁, si hanno nel circuito della seconda bottiglia delle oscillazioni forzate, che nella condizione di risonanza, ottenuta variando L₂ con una serie di prove successive, portano a una scintilla tra le punte dello spinterometro S₂. § Bottiglia magnetica, nella fisica dei plasmi, nome comunemente dato ai contenitori di plasma.

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