brillaménto

Indice

Lessico

sm. [sec. XVI; da brillare1].

1) Atto ed effetto del brillare, emissione di luce splendente; viene usato particolarmente in astronomia.

2) Accensione e scoppio di un carica di esplosivo, in particolare di una mina. È anche detto sparo delle mine. Si effettua: con miccia a combustione, che provoca l'esplosione tramite una capsula detonante per aumento della temperatura; con miccia detonante, che provoca l'esplosione per urto e per aumento di temperatura; con detonatore elettrico, alla cui testina di accensione fa capo una linea percorsa da corrente e che serve per il brillamento simultaneo a distanza anche di molte mine.

Astronomia

Improvviso e rapido aumento di luminosità (inglese flare) di piccole zone della superficie del Sole, che si verifica sempre in prossimità di macchie solari in rapida trasformazione. Il modello fisico del brillamento mostra che, in tale situazione, la variabile morfologia del campo magnetico connesso alla regione attiva diviene in grado di incanalare e liberare in pochi minuti (circa 10-15) consistenti quantità di energia radiante (fino a 1032 erg) entro volumi ristretti di spazio. Il corrispondente incremento della densità locale di radiazione e della sua temperatura (107 K) è responsabile della luminosità del brillamento; in essa contribuisce essenzialmente l'emissione da parte dei gas cromosferici (idrogeno, sodio, calcio), per cui sono le righe spettrali di quegli elementi a costituire le più adatte finestre ottiche nelle quali osservare il fenomeno. Su tali finestre sono infatti predisposti i filtri interferenziali, destinati all'osservazione cromosferica del Sole. Peraltro, l'emissione dei brillamenti si verifica in tutte le bande dello spettro, in particolare nella regione della radiazione X e in radiofrequenza (vedi burst). È importante anche l'emissione corpuscolare associata, in quanto, lungo le linee magnetiche che attraversano la cromosfera e poi la corona e che ne vengono variamente perturbate, sciami di particelle (elettroni, protoni, ioni) fluiscono in accelerazione fino a rimanere proiettati nello spazio interplanetario. Interagendo con la magnetosfera terrestre, i flussi corpuscolari di origine solare divengono i principali responsabili dell'attività geomagnetica. Brillamenti del tipo cromosferico solare sono avvertiti anche in alcune stelle variabili del tipo UV Ceti, dette appunto stelle a brillamento, o flare stars: si tratta, di norma, di nane rosse a bassa luminosità e temperatura superficiale, per cui il modestissimo splendore intrinseco, in occasione della ripetizione più o meno regolare dei parossismi eruttivi, viene con facilità sovrastato dalla luminosità del transiente.

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