bucintòro o bucentàuro o bucentòro

sm. [dal greco bûs, bue e per estensione grande+kéntauros, centauro]. Nave da parata, riccamente decorata e addobbata, usata dai dogi veneziani nelle feste solenni (civili o religiose, prima fra tutte quella con cui si celebrava il simbolico “sposalizio del mare”). Il suo uso è già documentato nell'836, al tempo del doge Pietro Tradonico. Fino al 1311 consistette in una nave piatta trainata a rimorchio; da quell'anno fu trasformato per essere mosso a remi, fu ingrandito fino ad accogliere nello scafo ambienti diversi (un piano inferiore riservato ai rematori, per antico privilegio tutti “arsenalotti”, cioè dell'Arsenale; sale superiori riservate al doge e alle personalità); fu arricchito di sculture ornamentali, di dorature, di figure allegoriche. Con queste caratteristiche si presentava l'ultimo bucintoro (lungo 34 m, largo 7) fatto costruire dalla Repubblica Veneziana nel 1728 e usato ancora per 69 sposalizi, riprodotto nelle vedute veneziane del Canaletto, del Guardi e del Bella.

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