cèllula (urbanistica)

unità insediativa elementare che si caratterizza per la sua disponibilità a organizzarsi per aggregazione in parti urbane di ordine superiore. Tale definizione fa riferimento alle categorie residenziali semplici (alloggi) in relazione alle loro più complesse unità di organizzazione (tipologie edilizie). L'uso del termine è direttamente introdotto nella letteratura anglosassone di orientamento organico, traducendo in termini biologici i principi di funzionamento e le gerarchie funzionali interne alle strutture abitative (Geddes). La città viene pertanto letta come organismo “naturalmente” organizzato e l'accrescimento urbano viene studiato come un fenomeno di gemmazione e di riproduzione conforme. Il tema dell'organizzazione e del dimensionamento delle singole cellule abitative è stato soprattutto indagato dai maestri del Movimento Moderno e del costruttivismo russo. Ogni cellula residenziale viene costruita per rispondere alle esigenze dei singoli individui riuniti in un organismo collettivo e viene caratterizzata da funzioni specifiche che richiedono un'immediata traduzione in termini di dimensionamento interno. Il raggruppamento in un complesso abitativo delle cellule residenziali e dei servizi di base costituisce il “blocco” (Miljutin) con tipologie e schemi di aggregazione diversi (in linea, in parallelo, ecc.), messi a punto attraverso uno studio degli elementi di collegamento interno e delle possibilità di ulteriore sviluppo. In seguito il problema della cellula abitativa è stato reimpostato partendo dalle relazioni fra spazio pubblico e spazio privato, superando il tema del dimensionamento e controllando essenzialmente gli elementi di autonomia e di dipendenza reciproca fra le singole cellule, in nuclei di articolazione modulata, in base ai fattori di condizionamento esterno (S. Čermaev e C. Alexander).

Trovi questo termine anche in:

Quiz

Mettiti alla prova!

Testa la tua conoscenza e quella dei tuoi amici.

Fai il quiz ora