còcco (botanica)

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sm. (pl. -chi) [sec. XVI; portoghese coco].

1) Nome comune usato per indicare le piante della famiglia Palme (o Arecacee) in particolare la specie Cocos nucifera. § Il cocco è ritenuto oriundo dell'arcipelago della Malesia, da dove si sarebbe diffuso lungo la maggior parte dei litorali tropicali sia per opera delle correnti marine, data la proprietà dei suoi frutti di conservare molto a lungo le facoltà germinative anche se sommersi nell'acqua, sia per intervento dell'uomo. È comunque coltivato, oltre che nelle terre d'origine, in numerose isole dell'Oceano Pacifico, nonché in varie regioni dell'America Centro-Meridionale. Questa palma, caratteristica della vegetazione tropicale, ha fusto cilindrico eretto, leggermente allargato alla base, un po' incurvato e inclinato per la costante azione dei venti; esso raggiunge anche la lunghezza di 40 m e il diametro di 60 cm e reca alla sommità un imponente ciuffo di foglie pennate, lunghe fino a 5 m e larghe fino a 1 m, sotto il quale si sviluppano infiorescenze a spadice ramose, formate da pochi e talvolta da un solo fiore femminile e da numerosi fiori maschili; l'impollinazione è anemofila. I frutti sono costituiti da grosse drupe ovali (noci di cocco), a 3 spigoli, in numero variabile da 5 a 10 per ogni albero, e giungono a maturazione in 9-12 mesi: pesano ca. 1,5 kg (talvolta anche 2), sono lunghi 15-30 cm e larghi da 10 a 25. Ciascuna drupa ha una parte superficiale (epicarpo) sottile e liscia, prima violaceo-rossastra o verdastra e poi grigio-giallastra o bruna, sotto la quale si trova uno strato fibroso spesso 3-4 cm (mesocarpo) che avvolge la noce di cocco propriamente detta (endocarpo), la quale consiste in un guscio legnoso eccezionalmente duro, ovale, munito di 3 grossi pori alla base e diviso in 3 segmenti da altrettante nervature, contenente un grosso seme ricco di albume con le parti esterne bianche, carnose e consistenti (polpa) e la parte centrale liquida (latte o acqua di cocco). Tutte le parti della palma da cocco sono variamente utilizzate e forniscono prodotti di grande interesse sia per il consumo diretto sia come materiali industriali. Le fibre contenute nei mesocarpi dei frutti, di colore bruno-rossiccio, sono di natura silicizzata e posseggono eccezionali doti di resistenza; vengono usate per fabbricare stuoie, tappeti, cordami, canestri, cinghie di trasmissione, ecc. La polpa delle noci, oltre che consumata direttamente, può essere utilizzata per trarne un ottimo olio (olio cochin); essiccata insieme con il resto dell'albume, fornisce la copra, sostanza di colore rossastro di largo uso specialmente nelle industrie del sapone. Dalla copra vengono ricavati un olio (olio di cocco), diversi grassi di interesse industriale e alimentare, fra cui il burro di cocco (di ottimo sapore, usato nella preparazione di prodotti alimentari per conservarne a lungo le proprietà organolettiche) e una specie di farina granulosa, usata in pasticceria. Il latte di cocco ha aspetto lattiginoso, sapore mandorlato e zuccherino; costituisce un'ottima bevanda dissetante. La palma da cocco fornisce inoltre una quantità di altre cose utili: il guscio che racchiude il seme viene utilizzato per fabbricare bottoni, ciotole e altri piccoli oggetti; la linfa zuccherina che si raccoglie incidendo le infiorescenze alla base dà per fermentazione il vino di palma, dal quale si ottiene un'acquavite detta arak; le gemme terminali, allo stato giovanile, sono commestibili e conosciute col nome di cavoli di palma; il legno dei fusti, infine, ha ottime caratteristiche ed è impiegato come legname da costruzione.

2) La bibita ottenuta dal frutto di tale pianta.

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