còma¹

sm. [sec. XVIII; dal greco koma -atos, sonno profondo]. Stato di perdita della coscienza in cui il paziente non è risvegliabile e non è responsivo; la sola reazione a stimoli ripetuti consiste nei riflessi primitivi di allontanamento. Le condizioni morbose che possono condurre al coma sono: affezioni morbose che interessano il sistema nervoso, quali emorragie, trombosi, embolie, traumi cranici, encefaliti, sifilide con localizzazione cerebrale, oppure patologie a carico di altri organi come (grave iper- o ipoglicemia, uremia, grave insufficienza epatica, sepsi, intossicazione da farmaci, alcol, monossido di carbonio, barbiturici, ecc. La terapia di emergenza prevede la rianimazione respiratoria e cardiaca, l'intubazione per mantenere pervie le vie aeree, la somministrazione di ossigeno, di fluidi e di elettroliti e, inoltre, di antibiotici per prevenire l'insorgenza di infezioni. Nella terapia di emergenza può essere necessaria la rianimazione respiratoria e cardiaca, l'intubazione per mantenere pervie le vie aeree e sostenere la funzione respiratoria, la somministrazione di ossigeno, il controllo dell'equilibrio idroelettrolitico e, inoltre, la terapia mirata della causa che ha provocato il coma (per esempio somministrazione di soluzione glucosata in caso di coma ipoglicemico, trattamento dell'intossicazione da farmaci, ecc.). La terapia a lungo termine include anche la nutrizione artificiale e la prevenzione delle ulcere da decubito.

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