còpula

Indice

Lessico

sf. [sec. XV; dal latino copŭla, legame].

1) Accoppiamento, congiungimento; in particolare, coito.

2) In embriologia, copula branchiale o copula ioidea, rilievo mediano dell'arcata ioidea che collega ventralmente ogni arco branchiale con il suo opposto nello splancnocranio cartilagineo degli Elasmobranchi. Nei Teleostei e nei Vertebrati a scheletro osseo la copula è ossificata. È detta anche basibranchiale.

3) Forma verbale che unisce il predicato nominale al soggetto. Normalmente funge da copula il verbo essere: Mario è buono. La stessa funzione può essere svolta anche da altri verbi (diventare, sembrare, parere, apparire, riuscire, restare, rimanere) che per il loro significato generico e incompiuto richiedono l'aggiunta di un aggettivo o di un sostantivo. Si noti però che quando il verbo essere ha il significato di “esistere, trovarsi” non è copula ma predicato verbale (Ei fu; Mario è a Roma). Anche gli altri verbi copulativi possono assumere il valore di predicato verbale: Mario resterà meravigliato (copula); Mario resterà a Roma (predicato verbale).

4) Nella polifonia del sec. XIII, breve cadenza di andamento piuttosto veloce che poteva concludere un conductus o un organum.

Diritto canonico

La scuola canonistica bolognese del sec. XII affermava che a perfezionare il matrimonio, oltre allo scambio dei consensi, fosse necessaria anche la copula (mutua praestatio corporis); di parere opposto era invece la scuola di Parigi, che definiva il matrimonio mero contratto consensuale, e questa tesi prevalse e venne codificata nel diritto della Chiesa (can. 1081, % 1, Cod. Jur. Can.). Il matrimonio rato e non consumato rimase però come ipotesi per il suo scioglimento.

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