Lessico

agg. e sm. [sec. XIX; dal latino calcaríus, calcareo].

1) In origine agg. con il senso di calcareo: pietra calcare.

2) Più comune sm.: roccia sedimentaria caratterizzata dalla presenza di carbonato di calcio CaCo₃ sotto forma di calcite in misura superiore al 50% . Componenti accessori possono essere altri carbonati, quarzo e argilla.

Mineralogia: classificazioni

A seconda della composizione mineralogica "Per la composizione mineralogica dei calcari vedi tabella al lemma del 4° volume." "Vedi tabella vol. V, pag. 181" i calcari possono essere classificati secondo il contenuto di calcite, argilla e dolomite. Dal punto di vista genetico si suole suddividerli in organogeni (per accumulo di strutture scheletriche e protettive di organismi), organico-chimici (per attività vitali di organismi), inorganico-chimici (per precipitazione di carbonato di calcio da soluzioni sature), clastici (per erosione di rocce calcaree e successiva deposizione dei frammenti). Non è tuttavia sempre possibile attribuire a un determinato calcare un singolo modo di origine; inoltre i processi diagenetici, specie nei calcari a grana fine, hanno cancellato le caratteristiche originarie. Altra distinzione utilizzata nello studio dei calcari è quella fra calcari autoctoni e calcari alloctoni: ed è quella seguita in questa sede per la descrizione dei vari tipi.

Mineralogia: calcari autoctoni

Sono compresi in questo gruppo sia i calcari di origine organica (calcari di bioherma, calcari di biostroma, alcuni tipi di calcari pelagici), sia quelli di origine chimica. I calcari di bioherma (o di scogliera) sono costituiti da resti scheletrici di organismi costruttori; raramente stratificati, erano, in origine, molto porosi a causa degli interstizi esistenti fra organismo e organismo; la porosità è poi stata eliminata dai processi diagenetici. I calcari di biostroma si formano in condizioni analoghe a quelle dei calcari di bioherma, ma si differenziano da questi per il notevole sviluppo orizzontale e soprattutto perché si presentano spesso stratificati. I calcari pelagici di origine organica sono rocce a grana fine, generalmente compatte, la cui formazione è dovuta all'accumulo, a profondità variabile, delle parti scheletriche di Foraminiferi e di Flagellati. Condizione necessaria per la formazione di questo tipo di calcari è l'assenza, o quanto meno l'irrilevanza, di apporto detritico. I calcari pelagici di origine inorganica derivano dalla precipitazione del carbonato di calcio in soluzione nelle acque marine. La formazione di questi calcari richiede condizioni particolari: scarsità o mancanza di apporti detritici, esistenza di un bacino marino a circolazione limitata dove la concentrazione dei sali disciolti aumenta per effetto dell'evaporazione. Generalmente ne derivano calcari a grana molto fine, perfettamente stratificati. Anche in ambienti lacustri possono depositarsi calcari chimici: in questo caso la roccia può inglobare un'alta percentuale di sostanza organica e si presenta perciò di colore nerastro. Un ultimo gruppo di calcari autoctoni è rappresentato dai travertini e dagli alabastri calcarei: sono rocce di origine chimica, depositate in ambienti continentali sempre per precipitazione di carbonato di calcio da soluzioni sature.

Mineralogia: calcari alloctoni

Rientrano in questo gruppo tutti i calcari formatisi per accumulo di detriti calcarei di varia origine. La classificazione viene fatta prendendo in considerazione le dimensioni dei granuli: si hanno in ordine crescente di dimensioni le calcilutiti, le calcareniti, le calciruditi.

Utilizzazioni

I calcari hanno una vasta gamma di utilizzazioni, soprattutto come materia prima nella produzione della calce e del cemento. Fra gli altri usi va ricordato l'impiego come materiale da massicciata e da costruzione (pavimentazione e rivestimenti), anche se sono rocce facili a essere degradate dagli agenti atmosferici. Fra i calcari italiani maggiormente conosciuti come pietre da costruzione si ricordano il portoro di Portovenere, il botticino del Bresciano, i calcari ammonitici della Lombardia e del Veneto, la lattimusa della Sicilia, la pietra serena di Vicenza, la pietra di Finale (Liguria).

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