cardioplegìa

sf. [cardio-+-plegia]. Tecnica di rallentamento della motilità del cuore, impiegata comunemente in tutti gli importanti interventi chirurgici a cuore aperto che necessitano della circolazione extracorporea; consiste in un arresto dell'attività cardiaca e nel portare il miocardio a temperature bassissime per rallentarne al massimo il metabolismo. Il primo obiettivo si ottiene infondendo nelle coronariche soluzioni, dette cardioplegiche, fredde e ricche di potassio, mentre il secondo si ottiene infondendo soluzioni saline nel pericardio. L'arresto cardiaco avviene dopo 60-90 secondi dall'infusione cardioplegica e si verifica quando la temperatura interna del cuore raggiunge 10-12 gradi. Con questa tecnica è possibile mantenere più a lungo e con maggiore sicurezza l'ischemia miocardica durante gli interventi in circolazione extracorporea.

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