castigliano

Indice

Lessico

agg. e sm.

1) Agg. e sm., proprio della Castiglia, abitante, nativo della Castiglia; lingua parlata nella Castiglia.

2) Sm., moneta d'oro del Regno di Castiglia. In origine di oro puro, fu ridotto da Ferdinando il Cattolico (1474- 1516) a carati 23 e 1/2. Si coniarono pure i doppi castigliani detti doblones.

Linguistica

Lingua ibero-romanza originaria della Castiglia; già a partire dai sec. XI-XII si è affermata per ragioni storiche e culturali sugli altri dialetti, estendendosi verso sud, fino all'Andalusia. Durante il regno di Alfonso X (1252-84) il castigliano divenne la lingua letteraria e nazionale dell'intera Spagna (Editto di Toledo del 1253). Le principali caratteristiche del castigliano sono: iniziale che diventa h, harina da farina (f- è però conservato davanti al dittongo ue: fuego, fuoco); i nessi cl, pl, fl si riducono a una l palatale (equivalente al suono di gl nella parola italiana figli) scritta ll, llave (chiave) dal latino clavem; lo sviluppo di ct in ch (uguale al suono c italiano di cena), ocho (otto) da octo; le vocali ĕ e ŏ si dittongano sia in sillaba aperta sia in sillaba chiusa, diez (dieci), escuela (scuola). In castigliano è uno dei più importanti documenti della letteratura spagnola più antica, il Cantare del Cid (sec. XII).

A. Cavaliere, Grammatica storica della lingua spagnola, Venezia-Milano, 1947; E. Alarcos Lloras, Gramática estructurál, Madrid, 1977; R. Lapesa, História de la llengua española, Madrid, 1980; J. G. Moreno de Alba, El español en America, Città del Messico, 1988.

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