celidònia

sf. [sec. XIII; dal greco chelidónion, da chelidon, rondine, perché si credeva che questi uccelli curassero con essa gli occhi dei rondinini]. Nome comune della pianta Chelidonium mayus della famiglia Papaveracee, detta anche chelidonia, cenerognola, erba da porri ed erba nocca, comune nei luoghi ombrosi e incolti, lungo le strade e fra le siepi dell'Europa e Asia temperate, dove fiorisce da aprile a settembre. Ha fusti eretti e fragili, alti da 20 a 70 cm, e foglie tenere, pennatosette, biancastre al di sotto, con lembi minutamente lobati. I fiori, raccolti in piccole ombrelle, sono tetrameri, gialli, con molti stami, e i frutti sono silique allungate contenenti piccoli semi. Tutta la pianta emana un odore caratteristico e secerne un latice giallo-aranciato acre e velenoso, contenente una droga, chiamata anch'essa celidonia, costituita da vari alcaloidi, fra i quali chelidonina, sanguinarina, protopina, ecc. che presentano un'analogia farmacodinamica con quelli dell'oppio.

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