sìliqua

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sf. [sec. XIV; latino silíqua, propr., baccello].

1) Frutto secco deiscente costituito da due carpelli, generalmente allungati, e caratterizzato dalla presenza di un falso setto mediano (replo) a cui aderiscono i semi. La deiscenza, che avviene lungo le suture fra i due carpelli, procede normalmente dal basso verso l'alto.

2) La più piccola unità ponderale romana, pari a 1/6 dello scrupolo=0,19 g.

3) Moneta romana d'argento, del valore di 1/24 di solido, coniata in età costantiniana, soprattutto a partire da Costanzo II, del peso originario di ca. 2,30 g, presto ridotta a ca. 2 g. La coniazione della siliqua continuò saltuariamente durante il sec. V e poi nel sec. VI sotto i Goti, scendendo fino al peso di ca. 1 g. Tali monete sono da alcuni considerate, per il peso, mezze silique. Nel sec. IV furono coniati anche multipli da due silique (miliarensi) e da sei silique.

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