cifra

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(ant. cìfera), sf. [sec. XV; dall'arabo ṣifr, nulla, zero].

1) Ciascuno dei segni grafici con cui si indicano i numeri dallo zero al nove. Secondo il tipo di segno si hanno cifre arabe (1, 2, 3, ecc.; così dette perché introdotte in Europa dagli Arabi, che le usavano fin dal sec. VIII, ma in realtà si crede siano di origine indiana) e cifre romane (I, II, III, ecc.); in particolare, cifre significative di un numero, tutte le cifre tranne lo zero che è detto quindi cifra non significativa; numero in generale: cifra astronomica, quantità numerica grandissima, eccezionale; cifra tonda, il numero che, arrotondato nelle unità, decine o centinaia, si avvicina maggiormente alla quantità stabilita. Nell'uso corrente, somma di danaro: bisognerà pagare una bella cifra; cifra d'affari, l'ammontare complessivo delle operazioni compiute da una ditta in un determinato periodo; cifra di castelletto, il credito massimo che una banca può concedere a un cliente.

2) Abbreviazione di una parola, specialmente del nome e del cognome di una persona, formata in genere dalle iniziali accostate o intrecciate; monogramma, sigla.

3) Sistema di scrittura convenzionale usata in dispacci segreti, specialmente militari o diplomatici, che consiste in genere nell'adottare i segni alfabetici con valore diverso da quello normale oppure nel sostituirli completamente con altri segni incomprensibili agli estranei: messaggio in cifra; trasmettere in cifra. Servizio della cifra, l'insieme del personale e dei mezzi cui compete di trasformare, per mezzo di cifrari o di codici, i messaggi in testi ermetici (o di interpretare questi), per garantire la sicurezza delle comunicazioni.

4) Nel linguaggio scientifico e tecnico sinonimo di coefficiente e grandezza; cifra di rumore, il coefficiente che serve a caratterizzare quantitativamente le prestazioni di un componente attivo o di un circuito riguardo al suo comportamento per segnali di ampiezza molto piccola. La cifra di rumore è definita come il rapporto, espresso in decibel, tra la potenza di rumore elettrico in uscita e la potenza di rumore elettrico del segnale d'ingresso.

5) In elettrotecnica, cifra di perdita di un materiale magnetico, la grandezza che caratterizza il materiale (generalmente i lamierini usati per i circuiti magnetici delle macchine elettriche) dal punto divista della dissipazione di potenza per isteresi e per correnti parassite. Rappresenta la potenza dissipata in 1 kg di lamierino sottoposto a magnetizzazione ciclica con l'induzione massima di 1 Wb/m² alla frequenza di 50 Hz. Per la sua misura si usa uno speciale apparecchio, detto apparecchio di Epstein.

6) In un sistema di codificazione si dice cifra di controllo una cifra, di solito l'ultima, ricavata mediante un algoritmo (sviluppato da un elaboratore) dalle cifre che costituiscono il codice vero e proprio. Quando il codice viene inserito nell'elaboratore, lo sviluppo automatico dell'algoritmo consente di accertare che non ci siano stati errori di trascrizione. Nei codici alfanumerici (per esempio il codice fiscale), al posto della cifra di controllo si usa una lettera.