cinetèca

sf. [sec. XX; cine+-teca]. Raccolta di film ritenuti importanti per ragioni artistiche, storiche, di costume, ecc.; archivio, ente quasi sempre sovvenzionato dallo Stato. Anche il locale o l'edificio in cui tale raccolta è conservata. § Fu negli anni Trenta che, su iniziativa privata (H. Langlois e altri a Parigi; M. Ferrari, L. Rognoni e altri a Milano), si iniziò a raccogliere e salvare i film muti, altrimenti destinati al macero dopo il periodo di sfruttamento. Sorsero allora le prime cineteche, ancor oggi tra le maggiori: a New York in seno al Museum of Modern Art (Film Library), a Londra in seno al British Film Institute, a Mosca in seno alla Scuola del cinema, a Parigi la Cinémathèque Française fondata da H. Langlois. Dalla Cineteca Milanese (intitolata anche a Mario Ferrari) nacque la Cineteca Italiana, mentre quella del Centro Sperimentale di Roma si chiamò poi Nazionale. Buona parte del suo patrimonio, tra cui il negativo di Sperduti nel buio di N. Martoglio (1914), venne depredata dai nazisti e mai più recuperata. Il Museo del Cinema di Torino è la terza cineteca che conserva film, documenti e cimeli del passato, soprattutto italiano. Quasi tutti i Paesi del mondo hanno almeno una cineteca e aderiscono alla Federazione internazionale degli archivi di film (FIAF). La cineteca è provvista di moviole e proiettori per visionare i film a solo scopo di studio o, comunque, culturale (a circoli privati, per cicli di proiezioni con tessera, ecc.).

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