cinto

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agg. e sm. [sec. XIII; dal latino cinctus, pp. di cingĕre, circondare].

1) Agg., circondato: “una piazza cinta da alte case” (Pirandello). Per estensione, fasciato, vestito: “Io fui uom d'arme, e poi fui cordigliero, / credendomi, sì cinta, fare ammenda” (Dante). Fig., tormentato, afflitto da un sentimento spiacevole: “E io ch'avea d'orror la testa cinta” (Dante).

2) Razza cinta, razza di suini originaria del Senese. Il tronco è cilindrico e ben sviluppato; la testa conica ha profilo rettilineo e orecchie corte; il mantello è nero, con caratteristica fascia bianca che avvolge completamente il corpo nella zona del garrese, spalle, torace e arti anteriori.

3) Sm., cintura; cinta verginale, cintura di lana portata dalle fanciulle dell'antica Grecia fino al matrimonio; cinta di Venere (cèsto2 ).

4) Insieme di elementi ossei tipico degli arti pari di tutti i Vertebrati; è disposto ad anello e collega gli arti al tronco. Viene detto anche cingolo. Nei Tetrapodi si distinguono un cinto pelvico e un cinto scapolare. Il cintopelvico è costituito da tre ossa pari, ileo, ischio e pube, fuse insieme a formare il bacino, e dal sacro che si articola con i due ilei. I due pubi presentano quasi sempre una sinfisi (tranne negli Uccelli). Il cinto scapolare, detto anche toracico, è formato da due ossa, la scapola e il coracoide, e un osso di rivestimento, la clavicola, posta in posizione ventrale come il coracoide. In tutti i Mammiferi Metateri e Euteri, come nell'uomo, la scapola possiede un processo acromiale, al quale si articola la clavicola. La clavicola può mancare, per esempio nei Carnivori e negli Ungulati. Nei Pesci le pinne pari sono collegate allo scheletro da un cinto attraverso masse muscolari.

5) Cinto erniario, apparecchio ortopedico usato per la contenzione incruenta delle ernie ombelicali e inguinali. È costituito da una cintura di cuoio e da un cuscinetto imbottito, mantenuto pressato nella sede dell'ernia da una molla d'acciaio rivestita di cuoio.