colite

sf. [sec. XIX; da cole-+-ite]. Affezione infiammatoria acuta o cronica del colon. Può essere provocata da intossicazioni esogene (sostanze alimentari avariate, ecc.), intossicazioni endogene (uremia, diabete, gotta), infezioni batteriche e alterazioni funzionali per squilibrio neurovegetativo; inoltre può essere di natura allergica (allergeni alimentari, tossine batteriche) o disvitaminosica. La acuta, provocata da tossinfezioni alimentari, gravi errori dietetici o antibioticoterapia che favorisce la distruzione della flora intestinale, o da cause imprecisabili, inizia bruscamente con dolori addominali crampiformi e violenti, emissione di feci sempre più liquide, nausea, vomito, febbre modesta, polso frequente e spossatezza. Raramente questa forma può assumere anche un andamento grave, con dolori addominali intensi, febbre elevata, sete intensa, oliguria, ipotensione e astenia. La cronica decorre con sintomi più lievi e si presenta con aspetti vari. La ischemica colpisce soprattutto gli anziani per l'alta incidenza di malattie vascolari in questa fascia di età. Una forma particolarmente grave è la pseudomembranosa, di cui è responsabile un germe produttore di una tossina, il Clostridium difficile, e che si manifesta nei soggetti sottoposti a terapia antibiotica in seguito alle alterazioni della flora intestinale prodotte da questo tipo di farmaci. La diarrea è il sintomo cardine ma possono comparire gravi quadri di tossicità diffusa. Quasi tutti gli antibiotici possono esserne responsabili e nella maggior parte dei pazienti i sintomi appaiono dopo 4-10 giorni dall'inizio della terapia. Il trattamento di questa forma di colite richiede innanzitutto la sospensione dell'antibiotico, presidio sufficiente in molti casi a risolvere il quadro. Altrimenti si impiega un farmaco specifico contro il Clostridium difficile, come la vancomicina. La segmentaria è una colite ad andamento acuto o cronico, nella quale la flogosi interessa solo una porzione di intestino; a seconda della sua localizzazione assume nomi differenti (per esempio sigmoidite, proctite). Le coliti segmentarie nascondono spesso la presenza di una malattia cronica dell'intestino come la colite ulcerosa o il morbo di Crohn, con le quali entrano in diagnosi differenziale; la loro insorgenza, inoltre, può essere favorita dall'esistenza di processi aderenziali o infiammatori propagatisi dagli organi vicini. La spastica (o colon irritabile) è caratterizzata da disturbi addominali vaghi, dolori lungo il decorso del colon, stipsi ostinata, borborigmi, meteorismo e, talora, episodi diarroici. È in genere una manifestazione con basi psicosomatiche anche se in taluni casi è riscontrabile un'alterazione della motilità intestinale. La ulcerosa è una grave forma di colite a decorso cronico e a eziologia autoimmune con periodi più o meno frequenti di riacutizzazione durante i quali la sintomatologia è rappresentata da febbre molto elevata, diarrea con feci liquide contenenti sangue vivo e muco (alternata a periodi di stipsi), dolore addominale e tenesmo.Tale patologia entra in diagnosi differenziale con il morbo di Crohn, data la comune eziopatogenesi autoimmune. Recenti studi hanno riscontrato anche un'alterazione genetica alla base di queste malattie, tale da alterare la risposta del sistema immunitario alla flora batterica intestinale commensale, inducendo una reazione infiammatoria che cronicizza. La terapia si basa soprattutto sull'uso di cortisonici e immunospressori. Tra i farmaci più innovativi vi sono poi anche alcuni anticorpi monoclonali. Nei casi più gravi è necessario ricorrere alla chirurgia per l'asportazione dei tratti di ccolon maggiormente compromessi, se non di tutto l'organo.

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