collana

Indice

Lessico

sf. [sec. XVI; da collo¹].

1) Monile di varie fogge e materiali che si porta in uno o più giri attorno al collo : collana di perle, d'oro, di smeraldi;collana di fiori, ghirlanda. Per estensione, collare di un ordine cavalleresco.

2) Serie di opere stampate con comuni criteri filologici o tipografici.

3) In medicina, collana di Venere, manifestazione discromica detta anche leucomelanodermia sifilitica o discromia laterocervicale reticolare. È un esito di sifiloderma secondario che appare al collo e sul trigono sternale sotto forma di chiazze areolari, lenticolari o nummulari pallide. Colpisce prevalentemente il sesso femminile, si dimostra resistente alle terapie e scompare in uno o due anni.

Cenni storici

L'uso della collana come ornamento, come amuleto, come distintivo di casta o di potere è antichissimo. Le prime collane erano fatte di conchiglie, di denti d'animali, di vertebre di pesci; le sostituirono collane di pietre levigate e di frammenti di vetro colorato. Con l'evolversi della tecnica orafa, infine, si passò via via a materiali più preziosi (avorio, pietre dure, oro, perle, gemme, ecc.) e a forme sempre più elaborate . In Egitto le collane recano fin dagli inizi il segno di un alto livello di fantasia artigianale e l'affermarsi di più raffinati metodi di lavorazione, insieme al diffondersi delle filigrane, delle agemine e degli smaltiportò alla produzione di monili sontuosi . Bellissime collane di foglie e chicchi d'oro filigranati, di ametiste, corniole, lapislazzuli e turchesi sono state trovate pressoché intatte nelle tombe delle antiche dinastie di Creta, Troia e Micene. Profusione d'oro e fattura elaboratissima caratterizzano anche le collane etrusche . Dopo la semplicità di forme dei periodi arcaico e classico, nell'età ellenistica l'oreficeria greca produsse i più vari modelli di collane, alternando a quelle flessibili con ciondoli d'oro i semplici cerchi massicci, i cerchi rigidi attorcigliati (torques) e le lunule (collari di lamina di bronzo o d'oro, piatti e lisci, a forma di falce lunare). L'arte romana realizzò collane di cammei, monete, perle, smeraldi, turchesi, ecc. e altre costituite da catene molto flessibili che scendevano fino ai fianchi (ori pompeiani). Il gusto per il colore e la sontuosità accomuna i prodotti dell'oreficeria barbarica e bizantina; quest'ultima predilige le collane di monete e quelle sorreggenti pesanti croci in oro e pietre. Dopo un ritorno alla semplicità negli ultimi secoli del Medioevo, la moda delle collane tornò a diffondersi nel Rinascimento. Uomini e donne, come attestano anche i ritratti dell'epoca, indossavano catene e collane d'ogni tipo, ricche di placche, ciondoli, medaglioni; nel sec. XVI si giunse al culmine del fasto, con l'uso a volte smodato dell'oro, delle perle, delle pietre più svariate. Nelle epoche successive le collane divennero più semplici e meno ingombranti, anche se non meno preziose, volte a mettere in risalto soprattutto la bellezza naturale delle pietre . Dal Novecento si è affermato un completo eclettismo nelle forme, nei materiali, nella tecnica decorativa, e anche le collane meno pregiate hanno per lo più fogge gradevoli e originali . La collana è un pezzo importante anche nell'oreficeria popolare, caratterizzata di solito dalla ricchezza del ciondolo centrale. § Nel folclore la collana ha anche un valore magico, e più precisamente apotropaico, dovuto più che all'oggetto in sé agli ornamenti che vi sono appesi o al materiale con cui questi sono fatti: in particolare, monete, medaglie, ornamenti in corallo, spesso di chiaro valore protettivo.

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