colorazióne

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Lessico

sf. [sec. XIV; da colorare]. Atto ed effetto del colorare e del colorarsi; il colore stesso che vien dato a un oggetto o che viene assunto da questo: la colorazione del legno, della carta. In particolare, in metallurgia, trattamento superficiale, detto anche coloritura, avente lo scopo di colorare oggetti metallici tramite reazioni chimiche o elettrochimiche. Anche il fenomeno per cui un metallo a temperature elevate assume varie tonalità di colore (nell'intervallo tra il rosso nascente e il bianco abbagliante), così che è possibile stabilire una correlazione tra la temperatura e il colore. Questo metodo empirico continua talvolta a essere usato in mancanza di idonei strumenti di misura.

Batteriologia

Quello della colorazione è un metodo ampiamente in uso per permettere l'osservazione microscopica dei batteri. L'esame al microscopio ottico di un preparato batterico non colorato non permetterebbe, infatti, di evidenziare strutture e particolari che caratterizzano i microrganismi stessi, a causa della scarsa differenza tra gli indici di rifrazione del sistema. In relazione agli scopi delle indagini, la colorazione viene eseguita con diverse modalità. I coloranti più comunemente usati sono costituiti da molecole caricate positivamente (blu di metilene, cristal-violetto, fucsina basica), che si combinano con i costituenti cellulari dei batteri caricati negativamente, quali gli acidi nucleici e i polisaccaridi; altri hanno molecole caricate negativamente (safranina, fucsina acida e rosso Congo) e si combinano prevalentemente con le proteine cellulari. La tecnica di colorazione prevede lo striscio del materiale sospeso in una goccia di acqua distillata, su un vetrino portaoggetti, l'essiccamento all'aria e la “fissazione”: quest'ultima operazione, che assicura l'adesione del materiale al vetrino e la stabilità della morfologia batterica, può essere eseguita passando il preparato su una fiamma a gas, oppure chimicamente mediante formaldeide, acidi e alcoli. Le colorazioni possono essere semplici, quando per ottenerle si impiega una sola sostanza colorante (per esempio blu di metilene), consentendo di stabilire rapidamente la morfologia di un microrganismo, oppure “policromatiche”, quando prevedono l'impiego di più coloranti. Tra queste ultime, molto usata per individuare e definire gran parte dei batteri, la colorazione di Gram; quella di Ziehl-Neelsen, impiegata per identificare alcuni microrganismi (per esempio micobatteri); quella di Schaeffer & Fulton per l'evidenziazione delle spore batteriche.

Etologia

La colorazione del corpo in alcuni animali (Celenterati, Poriferi, ecc.) è apparentemente un prodotto secondario del metabolismo di determinate sostanze. In altri ha una funzione protettiva, come nel criptismo e nel mimetismo. In altri ancora, segnatamente i Vertebrati, gli Insetti e alcuni Cefalopodi, il cui occhio è capace di distinguere i colori, le colorazioni assumono spesso il significato di segnali. In molte specie che presentano dimorfismo sessuale la diversa colorazione dei sessi permette il pronto riconoscimento del partner conspecifico e svolge quindi il ruolo di stimolo chiave. La stessa colorazione può avere un effetto attrattivo per l'altro sesso e repulsivo o aggressivo per lo stesso sesso, come spesso negli Uccelli e nei Pesci. Nell'ambito dell'intera colorazione di un animale, tuttavia, a volte solo alcuni elementi assumono la funzione di segnale e in genere sono associati a parti del corpo che vengono appositamente esibite (per esempio, corteggiamento). Il cambiamento di colorazione è frequente nelle specie che hanno comportamento territoriale in periodo riproduttivo e sono gregarie in periodo interriproduttivo. Certi animali sono in grado di cambiare colore rapidamente, in relazione allo stato motivazionale (Ciclidi, Cefalopodi, Rettili), alcuni anche assumendo tinte criptiche (polipo, camaleonte). La colorazione del corpo svolge anche importanti funzioni di termoregolazione, filtrando i raggi del sole, e può talvolta essere aggiustata a seconda delle esigenze termiche degli animali. Anche l'intensità di illuminazione può modificare la colorazione (Anfibi, Rettili). § Si dice colorazione ammonitrice o colorazione di avvertimento quella grazie alla quale una preda potenziale viene associata dai predatori a caratteristiche che la rendono sgradevole; gli animali velenosi o non commestibili presentano cioè colorazioni brillanti e appariscenti aventi la funzione di scoraggiare i potenziali predatori.

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