Lessico

sf. [sec. XVI; da competere].

1) Autorità, potere di cui è investito un dato organo amministrativo al fine di compiere certi atti: il tribunale non ha la competenza per decidere; esser di competenza di, rientrare fra le attribuzioni di qualcuno: la questione non è di tua competenza; conflitto di competenza, contrasto fra due giudici che si dichiarano entrambi competenti o incompetenti circa la stessa causa; per estensione, gli oneri, gli incarichi che spettano a qualcuno: gli furono precisate le sue competenze.

2) Per estensione, capacità, conoscenza, esperienza in una certa materia: parlare con competenza.

3) Ciò che spetta; in particolare, compenso dovuto per una prestazione professionale, specialmente pl.: a quanto ammontano le sue competenze?

4) Antico, gara, competizione: “Consiglierei lui a 'ntrare in questa competenza” (Caro).

5) In sedimentologia, la competenza di una corrente indica la dimensione massima delle particelle detritiche che una corrente può trasportare in relazione alla propria velocità. Tanto maggiore è la competenza di una corrente, quanto più elevata è la sua velocità.

Diritto: generalità

L'insieme delle attribuzioni e dei poteri che gli organi della pubblica amministrazione sono autorizzati dalla legge a esercitare e svolgere. Negli organi giurisdizionali, la competenza è la misura della giurisdizione di cui gli stessi sono investiti in sede amministrativa, civile e penale.

Diritto: competenza amministrativa

Riguarda i poteri e le attribuzioni degli organi amministrativi. Si divide in: competenza per territorio, con organi competenti per tutto il territorio dello Stato (presidente del Consiglio) od operanti in sedi diverse (scuole) o in un territorio delimitato (sindaco); competenza per materia, riguarda l'oggetto dell'attività specifica di ogni organo; competenza per grado, distribuisce le funzioni secondo la scala gerarchica. La competenza amministrativa non si può derogare e la violazione alle norme che la regolano invalida l'atto. I conflitti di competenza nell'ambito della stessa amministrazione sono risolti dal ministro da cui dipende; fra diverse amministrazioni dal presidente del Consiglio.

Diritto: competenza civile

Si riferisce al fatto esistente al momento della proposizione della domanda introduttiva del giudizio. Quanto alla competenza per territorio, in una causa civile è competente il giudice del luogo in cui il convenuto ha la residenza e il domicilio o, se questi sono sconosciuti, dove ha la dimora. Norme particolari regolano le cause intentate contro persone giuridiche, quelle relative a diritti di obbligazione e a diritti reali, quelle per cause ereditarie, quelle tra soci e condomini, le vertenze contro la pubblica amministrazione o per l'esecuzione forzata (art. 19-27 Codice Procedura Civile). Competenza per valore: il giudice di pace (istituito con legge 21 novembre 1991, n. 374, che ha abrogato la figura del conciliatore) è competente per le cause relative a beni mobili di valore non superiore a 5 milioni di lire, quando dalla legge non sono attribuite alla competenza di altro giudice; il tribunale è competente per quelle di valore superiore e indeterminato. Il valore di una causa si determina, ai fini della competenza, dall'importo indicato nella domanda giudiziale. Competenza per materia: il giudice di pace è competente per il risarcimento dei danni prodotti dalla circolazione di veicoli e natanti, purché il valore della controversia non superi i 30 milioni di lire; per l'apposizione di termini e osservanza delle distanze riguardo al piantamento degli alberi e delle siepi; per la misura e le modalità d'uso dei servizi condominiali di case; per i rapporti di vicinato relativamente alle immissioni; il tribunale è competente per tutte le cause che non sono di competenza di altro giudice e per tutte quelle in materia di imposte e tasse, stato e capacità delle persone, querela di falso, diritti onorifici ed esecuzione forzata. In conseguenza delle modificazioni apportate dal decreto legislativo 30 dicembre 1999, n. 507, il giudice di pace ha riacquistato la competenza che gli era stata tolta dal decreto legge 18 ottobre 1995, n. 432, convertito con modificazioni nella legge 20 dicembre 1995, n. 534, sulle cause di opposizione alle ingiunzioni amministrative disciplinate dalla legge 24 novembre 1981, n. 689. L'opposizione si propone invece davanti al tribunale quando la sanzione è stata applicata per una violazione concernente disposizioniin materia: di tutela del lavoro, di igiene sui luoghi di lavoro e di prevenzione degli infortuni sul lavoro; di previdenza e assistenza obbligatoria; di urbanistica ed edilizia; di tutela dell'ambiente dall'inquinamento, della flora, della fauna e delle aree protette; di igiene degli alimenti e delle bevande; di società e di intermediari finanziari; tributaria e valutaria. La competenza spetta inoltre al tribunale se per la violazione è prevista una sanzione pecuniaria superiore nel massimo a 30 milioni di lire o quando, essendo la violazione punita con sanzione pecuniaria proporzionale senza previsione di un limite massimo, è stata applicata una sanzione superiore a l30 milioni di lire o ancora quando è stata applicata una sanzione di natura diversa da quella pecuniaria, sola o congiunta a quest'ultima.

Diritto: competenza del giudice penale

Si individua secondo i due criteri concorrenti del territorio e della materia. Nella competenza per territorio è competente il giudice del luogo in cui il reato è stato consumato e, se si tratta di delitto tentato, è competente il giudice del luogo in cui è stato compiuto l'ultimo atto diretto a commettere il delitto. Dove non è possibile determinare la competenza in tal modo, questa spetta al giudice dell'ultimo luogo in cui è avvenuta una parte dell'azione e dell'omissione che costituisce reato. Se tale luogo non è noto, la competenza appartiene successivamente al giudice della residenza, della dimora o del domicilio dell'imputato. Se nemmeno in tal modo è possibile determinare la competenza, questa appartiene al giudice del luogo in cui ha sede l'ufficio del Pubblico Ministero che per primo ha iscritto la notizia di reato. Competenza per materia: in materia penale, con la soppressione della figura del pretore e al fine di evitare la paralisi dell'apparato giudiziario, si è reso indispensabile devolvere al giudice di pace la competenza per reati che non presentino particolari difficoltà interpretative e di valutazione della prova. Con il decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274, e con le relative disposizioni di attuazione, è stato regolato tutto l'ambito della competenza (fra cui i reati di lesioni e omissione di soccorso) e le modalità di svolgimento del processo e sono state inoltre definite le sanzioni irrogabili dal giudice di pace, a decorrere dal 2 gennaio 2002, salvo proroghe. Alla Corte d'Assise spetta invece la cognizione dei reati per i quali la legge stabilisce la pena dell'ergastolo o della reclusione non inferiore nel massimo a 24 anni (strage, diffusione di epidemia, avvelenamento di acque e sostanze alimentari, omicidio doloso, ecc.). Al tribunale spetta, infine, una competenza cosiddetta “residuale”, cioè per quei reati che non appartengono alla competenza della Corte d'Assise o del giudice di pace (art. 5, 6, 7, 8 e 9 del Codice di Procedura Penale).

Diritto: conflitto di competenza

Si ha quando per uno stesso giudizio due o più giudici ritengano di essere competenti a decidere ovvero incompetenti. La risoluzione dei conflitti di competenza è demandata alla .

Economia

Nel linguaggio aziendale, il principio della competenza è quello in base al quale si individuano i costi e i ricavi attribuibili, in rispondenza a fini conoscitivi diversi, a un determinato periodo amministrativo. Si distingue, pertanto, la competenza temporale (accrual accounting principle) che stabilisce che i costi vanno imputati al momento in cui l'azienda acquisisce la disponibilità dei fattori produttivi a cui si riferiscono e indipendentemente dalla formalizzazione dell'operazione di acquisizione e dalla relativa valorizzazione; analogamente, i ricavi vanno imputati al momento in cui l'azienda perde la disponibilità dei prodotti ceduti. Una concezione più ampia è quella della competenza economica (matching principle), secondo la quale alla determinazione del reddito attribuibile a un periodo amministrativo concorrono tutti i costi afferenti a ricavi di competenza, nel mentre si ritengono ricavi di competenza quelli derivanti dalle operazioni concluse nel periodo. Infine, la competenza finanziaria viene utilizzata nelle operazioni di contabilità generale che annota, conseguentemente, tutte le operazioni che hanno avuto manifestazione finanziaria nel periodo considerato; la discrasia tra competenza finanziaria, utilizzata nelle rilevazioni contabili, e competenza economica, che informa il bilancio di esercizio, richiede che in sede di redazione di quest'ultimo si proceda all'assestamento delle competenze. § Nella pubblica amministrazione, il bilancio preventivo finanziario di competenza è il preventivo in cui vengono iscritte tutte le entrate finanziarie che si prevede di accertare e le uscite che si prevede d'impegnare. Il preventivo finanziario è di competenza pura se comprende tutte le entrate e uscite dell'esercizio; di competenza mista se s'inseriscono anche i risultati degli esercizi precedenti (presunto avanzo o disavanzo di amministrazione). Suo scopo è di ottenere un equilibrio finanziario in quanto ogni esercizio deve bastare a se stesso. Il bilancio preventivo finanziario di competenza è prescritto per tutte le aziende pubbliche italiane: nello Stato è di competenza pura; nelle province, nei comuni e nelle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza è di competenza mista.

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