coniazióne

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sf. [sec. XIX; da coniare].

1) Lavorazione per deformazione plastica a freddo di semilavorati metallici (generalmente tondelli ricavati da lastra), eseguita quasi esclusivamente per la fabbricazione di monete e di medaglie.

2) Operazione di piegatura di una lamiera sottile secondo un raggio di curvatura inferiore allo spessore della lamiera stessa, in modo da ottenere praticamente uno spigolo vivo. § La coniazione semplice (cioè su una sola faccia) si effettua mediante una matrice d'acciaio (conio) che reca in negativo la figura da riprodurre: montato sulla parte mobile di una pressa speciale, il conio agisce sulla superficie del semilavorato (posto sulla parte fissa) inducendovi, per azione combinata di imbutitura e di estrusione inversa, la formazione della figura voluta. La coniazione doppia, cioè sulle due facce del semilavorato contemporaneamente, si ottiene ponendo sulla parte fissa della pressa una seconda matrice (controconio) che ha le stesse caratteristiche e le stesse funzioni del conio. I metalli generalmente impiegati sono leghe a base di rame (bronzi), di nichel, di ferro (acciai inossidabili), di alluminio, ecc., oppure metalli preziosi (leghe ad alta percentuale di oro o di argento). Le superfici del semilavorato devono avere caratteristiche particolari di compattezza, uniformità, lucentezza e resistenza alla corrosione, specie atmosferica . § Nell'antichità, la battitura era realizzata a mano, mediante un pesante martello con un lungo manico. Questo procedimento fu usato per le monete greche e romane, per le monete medievali e in parte per quelle d'età moderna, finché, verso la metà del sec. XVI, fu inventato in Germania il bilanciere o torchio a vite. Nella prima metà del sec. XIX fu adottata la pressa monetaria che, con accorgimenti tecnici sempre più perfezionati, è ancora in uso nelle zecche. In età antica si logorava maggiormente il conio mobile, che riceveva il colpo di martello, e da ciò è stato elaborato dagli studiosi moderni un criterio di datazione detto della “sequenza dei coni”, usato soprattutto per le monete greche.

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