controstampa

sf. [sec. XVIII; contro+stampa]. Impressione lasciata da un foglio appena stampato sul verso di un foglio postovi sopra. È un inconveniente possibile durante le operazioni di stampa ovviabile con inchiostri a rapida essiccazione, prodotti antiscartino ed eventualmente intercalando fogli di scarto (scartini). In particolare, nell'arte incisoria, controstampa della prova o controprova, stampa, che si ottiene premendo un foglio vergine sulla prova di un'incisione appena stampata e ancora umida d'inchiostro e quindi sottoponendo ambedue alla pressione del torchio. La controstampa, in cui il disegno viene riprodotto quale fu inciso sulla lastra (alla rovescia rispetto a una stampa normale), serve all'artista per apportare, col massimo margine di precisione, correzioni sulla lastra senza ricorrere allo specchio. Si procede ritoccando una stampa normale, che poi si ricalca sulla controstampa e quindi da questa alla lastra.

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