convertiplano

sm. [sec. XX; dall'impt. di convertire+(aero)plano]. Aerodina capace di decollare e atterrare verticalmente, caratterizzata da un'ala, con funzioni di sostentamento, e da propulsori orientabili per il moto sia verticale (decollo e atterraggio) sia traslatorio (per la trazione). Il tipo più semplice di convertiplano, noto anche come composito, è sostanzialmente costituito da un elicottero munito di un'ala ausiliaria: può decollare verticalmente secondo la consueta tecnica seguita dagli elicotteri ma, non appena raggiunta una quota adeguata, inizia la manovra di conversione, accelerando progressivamente lungo l'orizzontale sino a raggiungere una velocità tale da garantire all'ala una portanza sufficiente alla sostentazione. In questo modo viene ridotto il carico sul disco rotore, consentendo di raggiungere velocità di traslazione più alte grazie al ritardo dell'insorgere dei fenomeni di stallo sulla pala retrocedente; una sequenza inversa di manovre viene seguita all'atterraggio. Verso la fine degli anni Ottanta del Novecento, per ovviare ai notevoli inconvenienti che questo tipo di convertiplano presenta, la statunitense Sikorsky ha cominciato a investigare le possibilità di evoluzione del convertiplano, mettendo a punto l'Advancing Blade Concept (principio della pala avanzante), consistente nell'adozione di un elicottero dotato di due rotori bipala controrotanti rigidi e di due motori a getto spingenti. La portanza durante il volo traslato viene fornita esclusivamente dalle due pale avanzanti, trascurando completamente i fenomeni sulle pale retrocedenti. Altre soluzioni si sono dimostrate più convenienti: quella dei convertiplani con il complesso ala-motori basculanti (LTV XC 142A, quadrimotore) e in genere tutte le macchine in cui l'asse delle eliche può essere ruotato per orientarne la spinta. In questo campo la realizzazione più significativa è il Bell-Boeing V 22 Osprey (falco pescatore) , che ha compiuto il primo volo nel marzo 1989. Nato da una collaborazione tra corpo dei marines, esercito e aviazione degli Stati Uniti, il V 22 è un convertiplano ad ala fissa e motori basculanti in grado di operare sia da basi terrestri che da portaerei. Il complesso motopropulsore principale è formato da due turboalberi Allison T 406 da 6150 hp ciascuno che azionano due rotori di 11,4 m di diametro. Tali rotori sono interconnessi mediante un sistema di alberi di trasmissione e scatole di ingranaggi per evitare che l'avaria di un motore crei dissimmetrie catastrofiche nella spinta. Il V 22 è stato progettato per effettuare quelle missioni che attualmente vengono eseguite da elicotteri e quindi è dotato di spiccate doti di manovrabilità in condizioni di volo stazionario. I comandi di volo utilizzano la tecnologia fly-by-wire e permettono il controllo quando opera come elicottero sia del passo ciclico che di quello collettivo dei rotori, mentre quando opera come aeroplano solo di quello collettivo. Entrato nella fase di produzione di serie nel 1999, il V 22 è adottato in campo militare, anche se una serie di eventi catastrofici ne ha tormentato la fase di sviluppo e quella delle prime consegne ai reparti. La sua estrema complessità ne rende problematica l'introduzione nel campo civile. Proprio per questo mercato la Bell Helicopter Textron e l'Agusta hanno dato il via allo sviluppo del Bell Agusta BA-609, un convertiplano da 6-9 posti da circa 8 t di peso massimo al decollo, velocità di 275 nodi, autonomia di 750 miglia nautiche e quota di tangenza a 25.000 piedi (quindi come un normale turboelica), destinato all'aviazione d'affari e a supportare l'attività petrolifera offshore. Simili nell'architettura e nella realizzazione, divenute ormai classiche, V 22 e BA 609 sono due convertiplani bimotori, nei quali la spinta è fornita da due rotori situati all'estremità dell'ala. A terra l'asse di rotazione dei rotori è disposto verticalmente, grazie alla rotazione di ciascun motore. § Sono stati elaborati progetti sia per migliorare le architetture dei convertiplani già esistenti sia per macchine completamente nuove. Tra le prime spicca la realizzazione di un trasporto quadrimotore delle dimensioni di un Martin Lockheed C130 Hercules, in grado di decollare e atterrare verticalmente. Tra le soluzioni tecniche allo studio la più importante riguarda la possibilità di variare il diametro dei rotori attraverso l'uso di pale allungabili, estese al massimo nelle fasi di volo verticale e ripiegate in quelle di volo orizzontale. Si distacca dall'architettura convenzionale il Canard Rotating Wing (Canard ad ala rotante), mezzo costituito da un elicottero con rotore a reazione, ovvero azionato non da un turboalbero, ma dai gas di scarico di un motore a turbina convogliati attraverso ugelli posti alle estremità delle pale. Una volta in volo, l'aumento di velocità longitudinale trasferisce sempre maggiore portanza dal rotore all'impennaggio canard. Il rotore così scaricato può diminuire la propria velocità di rotazione fino a essere bloccato in posizione orizzontale come un'ala. Da quel momento in poi il convertiplano si comporta come un normale aeroplano, per poi invertire l'intero processo al momento dell'atterraggio. Tra le altre configurazioni allo studio, una già immaginata negli anni Sessanta, nella quale il rotore principale, dopo il decollo e il raggiungimento di una determinata velocità orizzontale, si ferma, si ripiega e scompare in un alloggiamento situato lungo la fusoliera, lasciando la propulsione orizzontale a normali motori turbofan. Una massiccia diffusione dei convertiplani potrebbe rivoluzionare il sistema del trasporto aereo, permettendo a ogni comunità collegamenti regionali diretti con qualunque altra località, a prescindere dalla disponibilità di aeroporti.