Lessico

sm. [da costituzionale].

1) Termine usato soprattutto in psicologia per designare la scienza costituzionalistica, che ha per scopo lo studio dei caratteri fisici, psichici e morfologici dei singoli individui al fine di giungere alla classificazione di tipi ben definiti (biotipi o tipi costituzionali).

2) Insieme dei principi di quella dottrina politica che sostiene la necessità della limitazione legale del potere di un governo secondo norme stabili contenute nella costituzione. Il potere è suddiviso in esecutivo, legislativo, giudiziario secondo il principio della divisione dei poteri e della partecipazione dei cittadini alla vita politica.

Cenni storici: medicina e psicologia

Già nel passato medici e studiosi dell'uomo hanno riconosciuto nella variabilità di una popolazione il ripetersi e l'accentuarsi di somiglianze che trascendono il semplice dato fisionomico e che invece sottolineano caratteri d'insieme (definiti da Ippocrate come “abito”) che indicano particolari predisposizioni a malattie e particolari tipi di carattere e di comportamento. Ippocrate classificava i “tipi” umani dividendoli in due categorie fondamentali: a corpo lungo e snello (abito ptisico) e a corpo breve e massiccio (abito apoplettico). Galeno, sulla base di una sua teoria degli umori, definì quattro tipi fondamentali che presentano alcune coincidenze coi biotipi moderni (linfatico, sanguigno, bilioso, melanconico o nervoso). Nel sec. XIX, nelle classificazioni dei tipi umani prevalsero quelle costituzionalistiche, effettuate a scopo sia strettamente antropologico sia diagnostico-medico. All'inizio del sec. XX vi furono gli studi costituzionalistici di G. Viola ; si deve però a N. Pende la definizione della nuova scienza costituzionalistica (detta anche biotipologia). Nel 1922 il Pende, sulla base di studi effettuati sull'attività ormonica e sull'influenza di questa sui singoli individui, definì la costituzionalistica come scienza che analizza in un tutto unico dati puramente fisici (o fisiologici) e modelli di comportamento (o dati psichici). Su tali basi il Pende definì quattro biotipi: longilineo tonico-stenico; brevilineo tonico-stenico; longilineo atonico-astenico; brevilineo atonico-astenico. Ciascuno di questi possiede, secondo lo studioso, ben definiti caratteri psicologici; inoltre, varianti di tali tipi caratterizzano in modo categorico le varie “razze”. Tale posizione deterministica del Pende servì di base per l'elaborazione di teorie razziali sia in Europa sia in America. Negli anni Trenta, il Viola elaborò una classificazione fondata su metodi antropometrici, in base alla quale concluse che tutti gli individui derivano da un biotipo ideale (normotipo) secondo due linee (longilinei microsplancnici e brevilinei macrosplancnici) con una notevole percentuale di biotipi non differenziati (mixotipi). Tale classificazione è stata ripresa negli anni Settanta da vari studiosi, fra i quali l'italiano Brian, che ha proposto un test antropometrografico per applicazioni costituzionalistiche-mediche, che ha largo seguito anche all'estero.

Medicina: le classificazioni di tipo psicosomatico

In contrasto con questa tendenza, soprattutto nel sec. XX si sono affermate classificazioni di tipo psicosomatico, basate sul rapporto esistente in ogni individuo fra sviluppo del sistema endocrino e del sistema nervoso e struttura corporea in generale. La più nota fra queste è quella del tedesco E. Kretschmer che si basa essenzialmente sulla divisione degli psicotici operata da E. Kraepelin nei due grandi gruppi degli schizofrenici e dei maniaco-depressivi. Kretschmer osservò che a queste due forme di psicosi corrispondevano rispettivamente tipi costituzionali diversi: gli astenici o leptosomici (longilinei) e i picnici (brevilinei); oltre a questi due tipi ne definì un terzo, l'atletico, con notevole sviluppo scheletrico e muscolare e con caratteri psichici affini a quelli del tipo picnico. Nei soggetti normali Kretschmer individuò tre temperamenti fondamentali: schizotimico, caratterizzato da tendenza all'autismo, con ricca vita interiore, e difficoltà nei rapporti sociali, tipico dei leptosomici; ixotimico, caratterizzato da rigidità intellettiva, vischiosità affettiva, equilibrio, tenacia; ciclotimico, caratterizzato da forte reattività emotiva, risonanza con l'ambiente, socievolezza, tendenza ai cambiamenti d'umore, tipico dei picnici. Secondo Kretschmer, non esisterebbe soluzione di continuità tra normalità e psicosi; temperamenti intermedi tra quelli normali e questi ultimi sarebbero rispettivamente gli schizoidi e i cicloidi. Partendo dalle tesi di Kretschmer, negli anni Quaranta W. H. Sheldon e S. S. Stevens isolarono negli individui alcune “componenti primarie” del fisico: prevalenza dei visceri e dell'apparato digestivo (endomorfismo), delle ossa e della muscolatura (mesomorfismo), del sistema nervoso e dell'apparato tegumentario (ectomorfismo). Dal differente rapporto fra queste componenti hanno classificato gli individui in tre biotipi fondamentali: il viscerotonico, contraddistinto da estroversione e amore per le comodità, il somatotonico, caratterizzato da spirito pratico e aggressività; il cerebrotonico, caratterizzato da introversione e inibizione.

Medicina: metodi statistici e "tendenze morfologiche"

Lo sviluppo delle scienze biologiche e psicologiche, valendosi anche dei più sofisticati metodi statistici, grazie al largo impiego dei calcolatori e delle tecniche videografiche, ha portato alla concezione che i biotipi vanno intesi come un mosaico di “tendenze morfologiche” verso le due forme limite: longitipia e brachitipia. Per la definizione dei singoli biotipi principali e delle numerose varianti si utilizzano metodi antropometrografici basati su valori guida determinati dai rapporti tra indici sia somatici, sia morfologici, sia biochimico-anatomici. La scomposizione del corpo umano sia nei suoi costituenti biochimici (grasso, massa muscolare, liquidi organici, sali minerali, ecc.), sia in quelli della distribuzione delle masse e delle dimensioni dei vari segmenti corporei, rivestono notevole importanza per le ricerche e le applicazioni in diverse discipline, dalla genetica delle popolazioni alla medicina dello sport, dalla fisiopatologia alla scienza dell'alimentazione e alla stessa igiene mentale. Minore importanza il costituzionalismo ha nell'antropologia in senso stretto, inteso come studio e definizione dei vari gruppi umani, poiché diventa impossibile stabilire i necessari precisi rapporti fra tipi umani e tipi costituzionali, data la grande varietà individuale esistente all'interno dei singoli tipi antropologici (per cui un “singolo negroide” può essere dal punto di vista costituzionalistico molto più simile a un “singolo europoide” di quanto non lo sia rispetto a un altro negroide); pertanto vengono utilizzati ai fini classificatori solo i valori limite (longilineo e brevilineo; brachimorfo e ectomorfo, ecc.) per indicare la tendenza prevalente dei caratteri morfologici e somatici all'interno di una popolazione.

Bibliografia

H. Rohracher, Elementi di caratteriologia, Firenze, 1961; C. Corrain, Il Divenire Biologico dell'Uomo, Bologna, 1971; E. Fiora, L. Pedrabissi, A. Salvini, Psicologia della personalità, Milano, 1988; E. Mounier, Trattato del carattere, Cinisello Balsamo, 1990.

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