cròllo

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sm. [sec. XIV; da crollare].

1) Forte scossa causata da movimenti di persone o di cose; urto, colpo: “i crolli / del treno” (Pascoli); “S'ode il vento con rombo di crollo” (Quasimodo); dare un crollo a qualche cosa, scuoterla, scrollarla; senza far crollo, senza scuotersi.

2) Improvvisa e rovinosa caduta: crollo di un muro, di un ponte; uno spaventoso crollo. Fig., perdita definitiva e irrimediabile, rovina finanziaria o di un principio morale, disastro economico o politico, collasso fisico: “il crollo della sua fede” (Pirandello); il crollo di un patrimonio, il crollo del regime; la sua salute precaria ebbe un crollo. Anche grande e improvviso ribasso: il crollo dei prezzi, delle quotazioni in Borsa. Loc. fig.: dare l'ultimo crollo, morire, andare in rovina; dare il crollo alla bilancia, far precipitare un evento, prendere una decisione definitiva. § Secondo il diritto penale l'azione o l'omissione suscettibile di provocare il crollo di una costruzione o di una parte di essa sono punite, se dal fatto deriva pericolo per la pubblica incolumità, con la reclusione da uno a cinque anni; la pena è da tre a dodici anni se il crollo si verifica. Il proprietario di un edificio che minacci di rovinare, qualora ometta di provvedere ai necessari lavori per rimuovere il pericolo, è punito con l'ammenda.

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