Lessico

(ant. còio), sm. (pl. cuòi in senso proprio; ant. le cuoia, tuttora usato nel significato [sec. XIII; latino coríum].

1) Pelle di animali trattata mediante concia, cosicché diventi imputrescibile pur mantenendo inalterata la struttura fibrosa originale; è usata per far borse, valigie, suole di scarpe, ecc.

2) Ant., pelle di animale vivo o appena scuoiato.

3) La pelle dell'uomo, per lo più in loc. fig.: avere il cuoio duro (o le cuoia dure), essere molto resistente alla fatica o anche esser duro a morire; rimetterci le cuoia, tirar le cuoia, lasciarci la pelle, morire. In particolare, in anatomia, cuoio capelluto, la spessa cute, normalmente ricoperta da capelli, che riveste la volta cranica dell'uomo. È intimamente aderente alle sottostanti ossa, ricco di ghiandole sebacee e abbondantemente vascolarizzato.

Cenni storici

Il cuoio fu usato nel mondo antico per suppellettili, copricapi (Egitto), calzature (Grecia, Roma, Bisanzio). Importato in Europa dall'Oriente nel Medioevo, il cuoio, decorato in oro e argento con motivi floreali, ebbe una vasta applicazione nell'arredamento come tappezzeria, soprattutto in Spagna e in Italia, più tardi nei Paesi Bassi, in Inghilterra e Francia. Inciso e sbalzato, servì anche per astucci, custodie, selle. Nelle rilegature, la cui arte acquista grande importanza a cominciare dal sec. XIV, il cuoio viene inciso a fuoco, decorato a secco con appositi bulini e arricchito da motivi ornamentali con impressioni in oro. Con il diffondersi dell'arte della stampa, durante il Rinascimento fiorirono in Italia numerose scuole e botteghe di legatoria. In questo periodo le rilegature in cuoio divennero estremamente raffinate per l'impiego di guarnizioni e borchie in metalli diversi minuziosamente lavorati con le tecniche del cesello e dello sbalzo . Famose sono le rilegature artistiche di manoscritti nella tradizione musulmana. Il cuoio continua a costituire il materiale base per calzature, borse, valigie, portafogli, cinture. Nel campo del vestiario si confezionano in cuoio giubbotti, soprabiti, calzoni, ecc.

Industria

Tutti i vertebrati, mammiferi, uccelli, rettili, pesci, forniscono pelli idonee a essere trasformate in cuoio; tuttavia le pelli più comunemente conciate sono quelle bovine, ovine, caprine, equine e di rettili. Dopo la macellazione, gli animali vengono scuoiati; la pelle, che contiene all'incirca il 65% di acqua, è facilmente attaccata dai batteri della putrefazione, per cui, una volta raffreddata e detersa dal sangue, viene salata oppure essiccata. Da ciò la suddivisione in pelli “salate fresche” e pelli “secche”; a volte il trattamento di salatura viene fatto seguire dall'essiccamento, si avranno allora pelli “salate-secche”. Con i trattamenti di concia le pelli grezze vengono trasformate in cuoio aventi caratteristiche variabilissime a seconda della specie animale e del tipo di concia. Si avranno: cuoio da suola, ovvero per fondo di calzature, rigidi e pesanti; cuoio per finimenti e per selleria, pesanti, flessibili e ingrassati ; cuoio per guarnizioni, leggeri e morbidi e infine tutta la gamma dei pellami, dal cuoio grasso a quelli per abbigliamento. § Cuoi artificiali o rigenerati, sono detti i succedanei del cuoio aventi caratteristiche assai diverse da quelle del cuoio naturale. I cuoi artificiali si ottengono impastando e laminando borraschiatura di pelli, feltro, ecc., oppure con una speciale mescola di resine sintetiche che offre notevoli doti di elasticità e resistenza ma non permette la traspirazione, caratteristica propria dei cuoi naturali.

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