data base

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loc. inglese usata in italiano come sm. o f. (propr. base di dati, da data, pl. di datum, dato, elemento primario). Termine entrato nell'uso comune in informatica intorno al 1964 per denotare una raccolta di grandi quantità di dati e di informazioni archiviati su supporto magnetico secondo regole precise e generali. Esso rappresenta l'evoluzione degli archivi “cartacei” permettendo all'utente di accedere velocemente, attraverso l'utilizzo dei calcolatori, ai dati di interesse. Il data base ha la caratteristica di poter essere utilizzato da utenti diversi; inoltre i dati sono raccolti tutti in un unico archivio (il data base viene perciò detto “integrato”) evitando così le duplicazioni di informazioni e ottimizzando lo spazio di memoria a disposizione. Le informazioni vengono memorizzate nel data base in records (lett. “registrazioni” ) logici, ognuno dei quali è suddiviso in un certo numero di campi che rappresentano una serie di proprietà del record. Una o alcune di queste proprietà vengono utilizzate per la ricerca nell'archivio dei dati. In particolare, si definisce chiave un campo o insieme di campi il cui valore permette di identificare univocamente un record. I records sono mantenuti in tabelle che raccolgono records con la stessa struttura dei campi. Un programma di gestione di un data base (vedi DBMS) deve controllare l'unicità delle chiavi ogni volta che un nuovo record viene inserito in una tabella. Ciascun record può venire collegato, tramite uno o più campi, ad altri, viene cioè posto in “relazione” ad altri records in modo da formare dei gruppi di informazioni omogenei; i data base corrispondenti vengono chiamati “relazionali”. La struttura delle tabelle viene mantenuta nel cosiddetto schema della base di dati. Il modello relazionale organizza i dati solitamente secondo la cosiddetta prima forma normale, che evita duplicazioni di dati. Essa permette l'utilizzo di linguaggi quali l'SQL che consentono l'interrogazione della base di dati, nonché l'inserimento di nuovi dati e manipolazioni dello schema, riservate a utenti con particolari diritti di accesso (amministratori della base di dati). Un'evoluzione del modello relazionale oggetto di indagine è il data base deduttivo. Quest'ultimo non è solo un contenitore di fatti noti ma, in base a regole generali, ha la capacità di ricavare fatti nuovi da quelli memorizzati. Inoltre, dato che le regole sono immagazzinate a loro volta come dati anziché essere procedure prefissate, esse sono modificabili, a differenza di quanto avviene nei sistemi tradizionali.Particolare importanza hanno assunto le basi di dati distribuite, in cui tabelle o records diversi possono essere fisicamente memorizzati su elaboratori diversi, ma il DBMS è in grado di operare su di essi in modo omogeneo indipendentemente dalla collocazione fisica. Si sono anche sviluppate base di dati eterogenee, in cui programmi specializzati sono in grado di ricostruire le informazioni richieste da un utente, pur in assenza di uno schema unico, e federate, in cui si possono definire schemi comuni per l'integrazione di dati descritti da schemi diversi.

Bibliografia

A. F. Acero, J. Monedero, Introduzione a dBase IV, Milano, 1989; M. Freiling, Data Base, La Spezia, 1989; D. Kalman, Il manuale dei linguaggi Dbase, Milano, 1990.

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