dativo

Indice

Lessico

agg. [sec. XIV; dal latino datīvus; nel senso 1 da datīvus (cāsus), (caso) del dare, calco del greco dotike ptosis].

1) Caso dativo (o dativo, sm.), uno dei casi della flessione nominale indeuropea.

2) In diritto, tutore dativo, nel Codice Civile, prima della riforma del diritto di famiglia, era il tutore nominato dal consiglio di famiglia in mancanza di quello testamentario o legittimo. Ora la nomina del tutore compete invece al giudice tutelare.

Linguistica

Il dativo esprime fondamentalmente la persona (o cosa, o fatto) in considerazione della quale si compie l'azione; corrisponde perciò al complemento di termine. In latino questo caso può esprimere particolari funzioni: dativo di possesso, indica la persona cui appartiene qualche cosa; dativo d'interesse (dativus commodi o incommodi), indica a vantaggio o a svantaggio di chi si compie un'azione; dativo etico, indica che una persona prende psicologicamente parte all'azione che si compie; dativo d'agente, usato invece di a o ab e l'ablativo soprattutto con la coniugazione perifrastica passiva. In italiano sopravvivono antiche forme di dativo nelle forme pronominali cui, lui, lei. Nelle lingue in cui l'antico caso ablativo è scomparso o si ritrova ormai solo come resto fossile in epoca storica, le sue funzioni sono state spesso espresse dal dativo. Così nelle antiche lingue germaniche l'ablativo latino viene normalmente reso col dativo e la stessa costruzione sintattica latina dell'ablativo assoluto viene a volte fedelmente ricalcata con un dativo assoluto (gallo canente, alto-tedesco henin singantemo). Nell'evoluzione storica di alcune lingue il dativo tende a scomparire, come è per esempio avvenuto in greco già nel sec. X, sostituito per lo più dal genitivo (greco moderno dínō toû patéra, dò al padre, in luogo del greco antico dídōmi tôi patrí).

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