deformazióne (etnologia)

alterazione artificiale di alcune parti del corpo praticata da popoli primitivi a scopo estetico o rituale. Tale tipo di deformazione viene effettuata fin da epoca remota; sembra fosse praticata dai popoli mediterranei e asiatici fin dal II millennio a. C. Tipiche la deformazione del cranio e quella dei piedi delle donne; quest'ultima, un tempo diffusa fra i Cinesi, era ottenuta fasciando strettamente il piede delle bambine, fino allo sviluppo, in modo che questo rimanesse di piccole dimensioni e arcuato. La deformazione del collo, adottata da vari gruppi etnici africani e asiatici, si ottiene sovrapponendo, durante lo sviluppo, anelli che non potranno essere più tolti in quanto le vertebre risultano deformate e decalcificate. Fra varie tribù dell'Indocina, delle Filippine e del Borneo è diffusa la deformazione del torace, ottenuta con fasce. Nell'America Meridionale e presso alcune tribù africane è diffusa la deformazione delle orecchie, delle labbra, delle narici, ottenuta inserendo piattelli (botoco) via via di maggior diametro. In Africa è praticata anche la deformazione dei seni, mentre in Europa era assai diffusa la deformazione della vita e del busto, che portava spesso deformazione della testa del femore (andatura anserina).

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