donatismo

sm. [dal nome del vescovo Donato]. Grande movimento cristiano scismatico che si sviluppò nell'Africa settentrionale nel sec. IV. Esso prende il nome da Donato il Grande, vescovo di Casae Nigrae (306), il quale aveva accusato Mensurio, vescovo di Cartagine, di aver consegnato i libri sacri ai persecutori pagani. Alla base dunque del donatismo e della formazione di una vera e propria Chiesa donatistica c'è il rigorismo provocato da elementi cristiani radicali che erano particolarmente numerosi in Africa. Al centro del donatismo c'è il principio che il battesimo e l'ordine sacro non sono da considerarsi mezzi di salute efficaci in se stessi, ma che la loro efficacia deriva dalla dignità di chi li amministra; di conseguenza, chi fosse caduto nel peccato doveva, per rientrare nella comunità, rigenerarsi mediante un secondo battesimo. Avversario delle dottrine donatistiche fu, tra gli altri, Sant'Agostino, che non esitò a chiedere l'intervento armato della cristianità romana. Proscritto nel 405, il donatismo ebbe influenza fino agli inizi del sec. VIII.

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