e (lettera dell'alfabeto)
IndiceLessico
sm. o f. Quinta lettera e seconda vocale dell'alfabeto italiano.
Fonetica
In sillabatonica la lettera e indica in italiano due diversi fonemi: una e chiusa (é) e una e aperta (è) che sono tra loro in opposizione fonematica, cioè in un'opposizione fonetica capace di differenziare semanticamente due parole (vénti numerale, vènti sostantivo). La e è una vocale della serie anteriore o palatale, intermedia tra la a e la i (più vicina alla a se aperta, più vicina alla i se chiusa).
Linguistica
La lettera E dell'alfabeto latino deriva dalla corrispondente lettera E (èpsilon) dell'alfabeto greco, che a sua volta risale al segno fenicio hē s. L'originaria distinzione indeuropea tra e breve (ĕ) ed e lunga (ē) sopravvive come opposizione fonematica in latino: vĕnit (viene), vēnit (venne). Mentre ē appare in latino piuttosto stabile, ĕ può variamente alterarsi sia in sillaba iniziale, sia in sillaba interna o finale. In sillaba iniziale ĕ diventa i davanti a nasale velare (latino tingo, immergo, tingo; greco téngō) diventa o davanti a l velare (latino volo, voglio, rispetto a velle, volere) e davanti a v (latino novus, nuovo; greco né(v)os); in sillaba interna aperta ĕ diventa i (obsideo, assedio, rispetto a śedeo, siedo). L'originaria ĕ del latino passa generalmente per dittongazione a italiano iè in sillaba aperta tonica (dièci da latino dĕcem) mentre resta è in sillaba chiusa tonica (tèmpo da latino tĕmpus) e spesso anche in sillaba aperta tonica, soprattutto nelle parole dotte latineggianti (dècimo da latino dĕcimus). Le originarie ē e í si fusero già in latino volgare in una ē chiusa che l'italiano continua normalmente (véna da latino vēna, pésce da latino píscis).