elògio

Indice

sm. [sec. XVI; dal latino elogíum, iscrizione sepolcrale].

1) Presso i Romani, iscrizione in versi o epitaffio in lode di qualcuno; anche menzione testamentaria, sentenza giudiziaria.

2) Discorso o scritto in lode di qualcuno o di qualche cosa: elogio funebre, elogio della virtù; per estensione, parole di lode: meriti un elogio. § Tra gli elogi delle antiche iscrizioni funebri sono famosi quelli delle tombe degli Scipioni, quelli in onore di poeti come Nevio, Plauto, Ennio, e, infine, quelli dedicati ai fondatori della potenza di Roma, le cui statue furono collocate (2 a. C.) nel foro di Augusto. Dagli elogi dei monumenti commemorativi ebbe origine il genere letterario dell'elogio, inteso come un discorso solenne in lode di qualcuno, sia in forma breve o epigrafica, sia in forma ampia od oratoria. Sono considerati elogi le epigrafi, i panegirici, i “medaglioni” commemorativi e anche interi trattati. Tra gli elogi letterariamente più apprezzati sono degni di ricordo l'Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam, l'Elogio di Antonio Canova di Pietro Giordani e l'Elogio degli uccelli di Giacomo Leopardi. Anche encomio.

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