elettrobìsturi

sm. [sec. XX; elettro-+bisturi]. Strumento usato in chirurgia per il taglio di tessuti, detto anche bisturi elettrico. È costituito da un generatore di corrente ad alta frequenza e d'intensità di ca. 5∤10-3A con due elettrodi: uno indifferente o placca, uno attivo a forma di ago, di piccola sfera o a lama smussata. Il taglio dei tessuti è dovuto all'intensità della corrente che passa fra gli elettrodi ed è proporzionale a questa; rispetto ai bisturi in acciaio offre il vantaggio di un'emostasi quasi completa, grazie all'azione coagulante sui piccoli vasi dei tessuti; inoltre, provoca la distruzione solo di uno o due strati di cellule, non crea escare e quindi fenomeni tossici legati al riassorbimento.

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