elettroerosióne

sf. [elettro-+erosione]. Procedimento di lavorazione dei metalli consistente nell'asportazione di materiale metallico per mezzo dell'azione erosiva di una scarica elettrica generata tra due elettrodi, i quali sono costituiti dal pezzo in lavorazione, che funziona da anodo, e dall'utensile, che funziona da catodo; essi sono collocati a breve distanza l'uno dall'altro, separati da uno strato di liquido dielettrico, e vengono sottoposti a un'elevata differenza di potenziale. Se il gradiente di potenziale supera la rigidità dielettrica del liquido si ha una scarica che, nella zona dell'anodo in corrispondenza della quale si forma, provoca la fusione e l'evaporazione di particelle metalliche. Infatti il passaggio di corrente tra i due elettrodi dà luogo a un forte riscaldamento per effetto Joule, con temperature locali di 3000÷4000 ºC. Le particelle evaporate vengono contemporaneamente raffreddate e asportate dal liquido dielettrico. La durata della scarica è dell'ordine dei microsecondi e quindi il processo di elettroerosione interessa solo la zona superficiale del pezzo senza che si produca una diffusione del calore in profondità, capace di alterare le proprietà caratteristiche del materiale in lavorazione. Gli utensili per elettroerosione possono avere le forme più svariate secondo i casi e possono essere fabbricati in rame elettrolitico, ottone, grafite, ghisa, bronzo, alluminio, acciai e carburi. I dielettrici comunemente usati sono idrocarburi: durante la lavorazione devono essere filtrati continuamente per eliminare la polvere metallica che trasportano. Le macchine per elettroerosione sono costituite da un complesso di apparecchiature elettriche ed elettroniche contenute solitamente in un cassone che serve anche da basamento per i dispositivi meccanici che comandano il movimento dell'utensile. La potenza di tali macchine può variare da 0,5 kW con asportazioni massime di 50 mm3 al minuto, fino a qualche decina di kW con asportazioni di materiale che raggiungono qualche migliaio di mm3 al minuto. Le lavorazioni correntemente eseguite mediante elettroerosione sono il taglio, la foratura, l'alesatura, la fresatura, la brocciatura e la rettifica, nelle quali si possono raggiungere gradi di finitura molto spinti con rugosità massime inferiori talvolta al micron. Le applicazioni pratiche dell'elettroerosione sono numerose, dalla fabbricazione di utensili e stampi alla realizzazione di matrici per la coniatura di monete, minuterie per armi da fuoco, palette di turbine a gas.

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