equatóre

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sm. [sec. XIII; dal latino aequāre, uguagliare].

1) Cerchio massimo ottenuto intersecando il globo terrestre con un piano normale all'asse di rotazione ed equidistante dai poli. La sua lunghezza, calcolata secondo l'ellissoide di Hayford, è di 40.076.594 m. L'Equatore divide la Terra in due emisferi: N o boreale e S o australe.

2) Per analogia con l'equatore terrestre: A) equatore magnetico, linea ideale che unisce tutti i punti della superficie terrestre con inclinazione magnetica nulla: lungo questa linea un ago magnetico si dispone in posizione orizzontale; a N dell'equatore magnetico la punta N dell'ago s'inclina verso il basso, a S si porta verso l'alto. L'equatore magnetico non è una linea regolare, ma presenta notevoli distorsioni determinate dalle anomalie magnetiche; la sua posizione varia nel tempo in relazione con le variazioni del campo magnetico terrestre. B) equatore termico, linea immaginaria che unisce tutti i punti della Terra aventi la più elevata temperatura media. L'equatore termico non avendo tutti i suoi punti alla stessa temperatura non è un'isoterma. La sua posizione subisce oscillazioni nel corso dell'anno pur rimanendo sempre a N dell'Equatore terrestre. C) In astronomia: a) cerchio massimo, sulla superficie di un corpo celeste, il cui piano passa per il centro ed è perpendicolare all'asse di rotazione del corpo stesso; b) equatore celeste, cerchio massimo generato sulla sfera celeste dall'intersezione con il piano dell'Equatore terrestre; c) equatore galattico, cerchio massimo generato dall'intersezione della sfera celeste con il piano della galassia.

3) In citologia, zona del fuso (detta anche piastra equatoriale) nella quale i cromosomi, durante la metafase (mitosi), si dispongono con un apice, o con la convessità quando sono incurvati ad ansa.

4) In embriologia, linea che nelle uova animali è perpendicolare ed equidistante dai poli.